Punti nel vivo

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Un picnic in campagna, una notte in campeggio o anche una semplice passeggiata nella natura possono nascondere delle insidie. Con la bella stagione, infatti, non è insolito imbattersi in numerosi insetti, alcuni dei quali, particolarmente fastidiosi o potenzialmente pericolosi. Api, vespe e calabroni, indispensabili per l’equilibrio dell’ecosistema, possono rivelarsi sgraditi “compagni”, soprattutto per i soggetti allergici. A fare chiarezza e a spiegare come difendersi da questi insetti è il dottor Antonio Gelati del Servizio Veterinario dell’Azienda Usl di Modena. “Non è raro sentire qualcuno che afferma di essere stato punto da un’ape ma, in realtà, non accade quasi mai. Le api, infatti, sono animali domestici allevati per produrre miele e sono particolarmente docili: è molto difficile che un’ape punga una persona a meno che, questa, inavvertitamente si avvicini a un alveare o a un’arnia. In quel caso le api potrebbero attaccare l’intruso per difendere il proprio nido, al contrario, mentre sono intente a bottinare di fiore in fiore, le api – così come i bombi – sono discrete e non costituiscono alcun pericolo per l’uomo”. Di ben altra natura sono invece le vespe che possono nidificare, ad esempio, “sottoterra, nei buchi creati da talpe e arvicole. Basta pestarne uno, passeggiando o segando l’erba del prato, per scatenare il putiferio”, avverte il dottor Gelati. I nidi, infatti, possono essere anche di grandi dimensioni e il rischio è quello di “essere inseguiti da un numero cospicuo di insetti”.

Le vespe costruiscono anche “piccoli nidi, della grandezza di una noce, sugli steli di erba secca negli ambienti incolti, come gli argini dei fossi o i prati non falciati e, pertanto, è consigliabile, indossare pantaloni lunghi onde evitare dolorose punture e gonfiori”.

Le vespe, in primavera e in estate, sono alla costante ricerca di sostanze zuccherine, prosegue il dottor Antonio Gelati, dunque “occorre prestare la massima attenzione a certi comportamenti onde evitare situazioni estremamente pericolose. Non è insolito lasciare distrattamente una lattina di bevande dolci aperta sul tavolo mentre siamo in giardino o in vacanza, all’aria aperta: il rischio è che una vespa, attirata dallo zucchero, entri nella lattina e venga poi ingerita. Essere punti direttamente in faringe crea rigonfiomenti e, di conseguenza, gravi problemi respiratori! Allergici o no, è necessario adottare ogni precauzione quando si è in natura, nulla dev’essere lasciato al caso”. I calabroni rappresentano un capitolo a parte: “queste grosse vespe, da adulte, possono raggiungere le dimensioni del dito mignolo di un uomo di media taglia e cinque punture di calabrone uccidono una persona”, sottolinea il veterinario. Fortunatamente questi insetti sono soliti “andare per i fatti loro” ma le occasioni di incontro, “soprattutto in ambienti rurali e in presenza di stabili diroccati o semi abbandonati”, non mancano. “Avvicinarsi ai nidi di carta dei calabroni è pericolosissimo: questi insetti tollerano la presenza dell’uomo a non meno di 6-7 metri dai loro nidi. Chi non rispetta tale distanza potrebbe essere attaccato e quando un calabrone aggredisce in picchiata occorre scappare. E velocemente. Coi calabroni non si scherza”.

Essere punti da una vespa o da un’ape è una esperienza dolorosa che può rappresentare anche un pericolo per la vita di chi è allergico alle punture di questi insetti. Tuttavia, è possibile ridurre questi inutili rischi, adottando ragionevoli precauzioni quando ci si trova all’aria aperta o ci si diletta con una gita in motocicletta: “se si è in sella a una due ruote, una vespa potrebbe scivolare nel colletto o dentro la camicia quindi è consigliabile adottare un abbigliamento ad hoc. Se siamo nell’orto, intenti a raccogliere frutti maturi, prestiamo attenzione a dove mettiamo le mani: essere colpiti è facile se inavvertitamente disturbiamo un insetto. Se siamo seduti in giardino e una vespa ci ronza intorno, evitiamo di sbracciarci, occorre mantenere la calma e restare fermi. Se non spaventiamo l’insetto con movimenti inconsulti, lui se ne andrà senza sferrare alcun attacco. O, ancora, – prosegue il dottor Gelati – in inverno, quando andiamo in solaio per recuperare un vecchio paio di pantofole guardiamoci dentro prima di infilarvi i piedi: le vespe, infatti, col freddo, tentano di entrare nei luoghi più disparati pur di proteggersi e svernare. Seppur intorpidite, se provocate, possono pungere”.

Per le vespe, così come per le vipere, conclude il dottor Gelati, “il veleno è una sostanza preziosa, che dev’essere sintetizzata e, pertanto, questi animali lo utilizzano in modo massiccio solo per paralizzare o uccidere altri animali o nel caso sentano che il nido è minacciato. Le vespe, animali che in una fase della loro vita sono carnivori, nutrendosi di altri insetti, possono pungere a ripetizione mentre l’ape lo fa solo per difendersi e mai per offendere dal momento che per attaccare sacrifica la sua stessa vita”.

Gli insetti non sono nemici, non serve averne paura bensì rapportarvisi con estrema cautela, d’altronde, come spesso sottolinea l’etologo emiliano Roberto Marchesini, “Le punture si prendono se si sbaglia qualcosa, se si mette una mano dove non si dovrebbe o ci si siede nel posto sbagliato”.

Jessica Bianchi

 

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