Bilancio di fine mandato per Bacchelli: a guidarlo è sempre stata l’idea di comunità

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2012: non si può dimenticare l’anno del sisma che ha colpito l’Emilia seminando morte e devastazione ma ciò che ha fatto Tutti Insieme per Rovereto e Sant’Antonio onlus resterà nella storia delle comunità che si sono rialzate grazie all’impegno di una schiera di volontari disponibili a mettere la loro professionalità e il loro tempo al servizio della ricostruzione.

A distanza di sei anni, Maurizio Bacchelli ha terminato il suo secondo mandato di presidente e ha passato il testimone a Paolo Martinelli, eletto insieme a Denise Mazzari e Valerio Testi (vice), Riccardo Bassi (tesoriere), Davide Mantovani (segretario) e ai consiglieri Maurizio Bacchelli, Sauro Benzi, Roberto Bianchini, Alessandro Ribaldi, Nicola Pacchioni, Massimo Mantovani, Angela MalagolaStefano Righi.

“Oggi – ha detto Bacchelli – lascio la guida di un’associazione solida sul piano economico e con un’invidiabile reputazione e credibilità che vanno ampiamente oltre la sfera locale facendone un modello per coloro che si dovessero trovare nelle nostre condizioni e ancora in grado di continuare a svolgere un ruolo importante nella ricostruzione. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza i miei più stretti collaboratori, i consiglieri, i soci, gli amici, gli sponsor, le istituzioni e tutta la cittadinanza che ringrazio per la fiducia accordatami, per la disponibilità e lo spirito di abnegazione dimostrato”.

L’esperienza maturata in occasione del sisma del 2012 e le solide collaborazioni con gli artigiani trentini nella ricostruzione di Rovereto hanno consentito alla Onlus di dare vita al network Insieme per ricostruire per intervenire nel 2016 nel Centro Italia colpito dal terremoto.

“Il nostro legame con gli altri soggetti – ha ricordato Bacchelli presentando il bilancio 2017 – è stato strettissimo, soprattutto con gli artigiani trentini a cui ci lega un rapporto di grande amicizia, fiducia reciproca e soprattutto una capacità organizzativa e una determinazione comune che stanno alla base di molti dei grandi progetti che insieme abbiamo realizzato”.

E’ con questa forza che la Onlus ha superato le difficoltà burocratiche, economiche, organizzative e logistiche: anche in questo caso gli obiettivi sono stati raggiunti e i risultati sono visibili a Pretare, Accumoli e Montegallo.

“Il fatto che ci sia stato chiesto da un’istituzione come la Protezione Civile della Regione Emilia Romagna di realizzare un’opera importante come il Centro Polifunzionale di Montegallo ci ha qualificati indirettamente come soggetto noto alle grandi istituzioni per capacità organizzativa, affidabilità e trasparenza”.

L’intensità di questa esperienza ha avuto ricadute sul territorio chiamato nel 2017 al voto “che ha avuto un esito inaspettato solo per coloro che, in questi cinque anni, avendo perso il contatto con la gente, hanno ritenuto di poter beneficiare di una rendita di posizione che ormai con tutta evidenza non esiste più. Colgo l’occasione per ribadire agli amici che hanno imputato all’Onlus di non essere stata neutrale e di aver svolto un ruolo politico che se questo dovesse essere avvenuto è andato al di là delle intenzioni che sono da sempre state quelle di apartiticità e di neutralità. Ricordo come spesso risulti più semplice individuare un soggetto ostile che farsi un doveroso esame di coscienza e un’analisi approfondita dell’accaduto”.

Ora rimangono temi importanti da affrontare che vanno dalle piazze alla destinazione degli immobili pubblici, alle scuole senza dimenticare che una bella fetta di case sono ancora da ricostruire e che senza il rilancio delle attività produttive la rinascita e la crescita della nostra collettività sarà impossibile. 

“Ricordo – ha concluso Bacchelli – che la vitalità di un paese si evidenzia anche dalle piccole cose come la cura dedicata ai luoghi, agli edifici e al verde pubblico. Si può essere poveri ma decorosi, il degrado dei luoghi e degli spazi è spesso espressione del degrado morale di chi ci vive. L’intervento sui parchi così come quello sulle scuole e persino l’organizzazione dei momenti di svago collettivo è figlio di questa idea che abbiamo di comunità”.

Sara Gelli

 
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