“Scimmione”, “Gorilla”, “Tornatene a casa”, “5 euro di benzina e 1 per l’accendino”… sono solo alcuni dei commenti che hanno fatto finire nei guai tre carpigiani denunciati questa mattina dai Carabinieri con l’accusa di diffamazione aggravata dall’utilizzo di Facebook e dalla finalità di discriminazione e odio razziale. Per i leoni da tastiera si annunciano dunque tempi duri, come avverte il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Carpi, Alessandro Iacovelli. “Postare certi tipi di frasi può costare caro, fino a cinque anni di reclusione. Credo sia chiara a tutti la necessità di sensibilizzare i numerosi utenti che considerano il web come uno spazio in stile Far West, nel quale dare sfogo a qualsiasi istinto, forti di una importante componente di anonimato o presunto tale. Vi sono moltissime persone che, dietro a un monitor, si sentono libere di esprimere le proprie idee in modo incivile e gratuito tenendo comportamenti che, probabilmente, non adotterebbero mai nella realtà. Ed è proprio per questo che l’Arma di Carpi continuerà a portare avanti con estrema convinzione le consuete attività di monitoraggio telematico”.
Nulla sfugge, nemmeno nel mare magnum dei social. La gravità di un insulto, seppur veicolato via web, rimane tale. Le parole hanno un peso, infliggono ferite e comportano conseguenze nella vita reale. Ogni gesto, consumato in rete così come nella quotidianità, esige un’assunzione di responsabilità. Ricordiamocene ogni volta che, on line, cediamo alla tentazione di lasciarci andare, scrivendo parole che mai ci lasceremmo sfuggire vis-à-vis. Oltrepassare il limite può essere pericoloso: Verba volant, scripta manent.
Jessica Bianchi