Ha rilasciato un’intervista ufficializzando la sua candidatura a presidente una settimana prima della scadenza del termine fissato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi scatenando una guerra senza esclusione di colpi che entusiasma i soli protagonisti ma lascia attonita la città. L’ingegner Corrado Faglioni, titolare della società Enerplan e già membro del Consiglio di amministrazione di Palazzo Brusati, vicino al mondo cattolico, nell’intervista ha rivelato di essere arrivato alla spaccatura con l’attuale presidente Giuseppe Schena sulla questione della cessione a Hera delle quote che la Fondazione possiede in Aimag e sull’adesione al Fondo Atlante: il voto contrario espresso in quell’occasione è stato per Faglioni “un punto di non ritorno”. Alla domanda: ha già scelto i sei consiglieri del Cda nella sua lista? Faglioni risponde: “non completamente. Stiamo valutando i nomi in base a elevata professionalità e rappresentatività del territorio”. Dopo due giorni, un altro quotidiano titola “Ecco la lista di Faglioni” riportando i nomi dei candidati al Consiglio di amministrazione (anche con riferimenti alle parentele, moglie di…). Il giorno dopo intervengono i sindaci di Carpi e Soliera perché manca nella lista qualcuno che sia espressione del terzo settore e manca pure qualcuno che sia di Soliera. “Ignorarci sarebbe uno schiaffo istituzionale” dice Solomita. Contemporaneamente Benatti di Forza Italia evidenzia un possibile conflitto d’interessi perché la società di ingegneria di cui è titolare Faglioni “da sempre lavora con Diocesi ed Enti locali”. Benatti elenca la Scuola di Santa Croce, la Biblioteca Loria, la Cattedrale, numerose chiese. “A questo punto potremmo avere a ogni erogazione, la condizione di avere un presidente che eroga contributi che poi la sua società di ingegneria andrà a gestire come progettazione, esecuzione, direzione lavori. Quale potrà essere il suo vero grado di autonomia, serenità e indipendenza di valutazione nelle erogazioni?”. Segue, sempre sui giornali, la replica di Faglioni che definisce l’attacco “infondato. Chi ci conosce sa che operiamo all’insegna della trasparenza. Il nostro fatturato si sviluppa per il 50% all’estero, mentre su Carpi la percentuale cala al 5/6%”. L’azzurro Benatti è stato poi diffidato dal suo partito. Nemmeno Schena ha resistito alle sirene e sul finire di una settimana caldissima è intervenuto sui giornali per dire che non intende combattere contro il suo consigliere di amministrazione. “Corrado – afferma Schena – ha espresso serenità nell’affrontare un’eventuale competizione, io invece ritengo che una Fondazione non si possa paragonare a un Comune, un partito o una società per azioni: il Consiglio di Indirizzo non si può reggere su un presupposto di maggioranza e opposizione, deve esserci una sensibilità condivisa nel nome di obiettivi comuni, una missione di cui i consiglieri sono responsabili”. Schena difende le sue scelte e i risultati ottenuti ma ha deciso di fare un passo indietro in un contesto di grandi manovre dopo aver tentato la carta Guzzetti, presidente Acri immortalato da un’infinità di prospettive durante la sua visita. Tra colpi bassi e rivelazioni ai giornali nella sostanza era già tutto previsto perché il copione si ripete ogni quattro anni, sulla forma si può lavorare perché lo stile difetta. Questa è Carpi.
Sara Gelli