Sono 14 i racconti ambientati in una provincia come tante che compongono Per sentito dire: il primo libro di Francesco Ricucci, edito da Mucchi Editore, sarà presentato mercoledì 11 aprile, alle 18.30, presso la libreria La Fenice, in una serata promossa insieme a MAS – Magnificat Art Societas, condotta da Jonathan Sisco, con la lettura di alcuni brani da parte di Andrea Saltini.
Protagoniste del libro quattordici storie vere, appassionate e sincere, fatte di amicizie e avventure assurde, errori e scoperte, ma anche bontà, paura e struggenti esplorazioni nei ricordi. “La mia passione per la scrittura – spiega Ricucci – scaturisce dal desiderio di parlare di cose che vedo o sento in giro, cose che ritengo importanti e di cui c’è bisogno di lasciare traccia, una sorta di seconda possibilità di essere salvate dal frullatore. L’ispirazione mi viene ogni volta che qualcosa mi colpisce, oppure ogni volta che dai miei ricordi riemerge qualcosa che stava lì nascosta ad aspettare di emergere ed essere raccontata”.
Scrittore asciutto, lucido e svagato, Ricucci afferma di non essersi inventato nessuna delle storie che racconta. Due o tre le avrebbe vissute in prima persona – forse quelle di cui vergognarsi maggiormente – mentre le altre le avrebbe ascoltate e raccolte per caso, dividendosi fra amici e parenti, o chiacchierando con i più semplici conoscenti nel corso della vita di tutti i giorni. Tra ironia, comicità e stupore sentimentale, Ricucci riesce a donare alla propria prosa la potenzialità enigmatica di un linguaggio chiaro, che lo identifica pienamente come narratore.
“Nei miei racconti – conclude l’autore – le cose che ritornano sempre sono l’amicizia, il senso di giustizia (a volte crudo e crudele) che la strada insegna, la regola non scritta di non prendersi mai troppo sul serio, ma soprattutto la consapevolezza che se vuoi che davanti a una birra la gente ti ascolti bisogna restare sul pezzo, non usare troppe parole e arrivare al punto della faccenda con ironia e lasciando a chi ascolta la possibilità di immedesimarsi in quello che sta ascoltando o leggendo… come facevano i grandi a cui mi ispiro… Jhon Fante o J.D. Salinger per fare due nomi ovvi ma per me davvero importanti”.