A cavallo tra Italia e States

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Cosabella – brand di loungewear e underwear, nato nel 1983 da un’idea di Ugo Campello e della moglie Valeria, carpigiana d’origine, poi trasferitisi a Miami per lavoro – ha creato negli anni un vero e proprio impero della lingerie, tanto che i suoi prodotti appaiono frequentemente su riviste del calibro di Vogue, Sports Illustrated, Harper’s Bazaar, GQ, Cosmopolitan, o indossate da star come la leggendaria presentatrice Oprah Winfrey o i Kardashian, membri di una delle famiglie dello show business più popolari degli States. In questa bella storia imprenditoriale c’è anche Carpi: la ditta Collezioni, nata nel 1999, produce in esclusiva i capi del brand. Stile americano, fabbricazione e qualità tutte italiane: questo il mix vincente che ha portato Roberto Guaitoli, amministratore di Collezioni, eletto dal maggio scorso anche presidente di Lapam Moda, a fornire un esempio per tutto il Distretto. “Sin dalla nostra nascita – spiega Roberto – abbiamo cercato i fornitori e le aziende che in Italia offrivano i migliori materiali, tessuti e pizzi, creando una rete di laboratori di confezione e taglio che ci consentisse di realizzare prodotti di alta qualità. Il know how del made in Italy paga, perché ci permette di avere, oltre a un’elevata qualità, anche una grande elasticità, oltre a prodotti che riescono a rispondere alle esigenze del mercato.

Siamo anche riusciti a trovare delle modelliste senior e a formare delle giovani ragazze: questa scelta strategica ci sta consentendo di attrarre nuova clientela e per questo stiamo iniziando ad aprire un dipartimento di private label, con lo scopo di acquisire sempre più quote di mercato”. Cosabella è una realtà in fortissima crescita, presente in numerose nazioni e nei punti vendita più prestigiosi delle grandi metropoli occidentali, dalle Galeries Lafayette di Parigi a Selfridges a Londra, alle boutiques multimarca più importanti di Berlino, Monaco, New York, Milano e Roma, solo per fare qualche esempio. “Dobbiamo il nostro successo da un lato al grande incremento delle vendite on line, settore in cui l’azienda ha investito molte risorse a livello di marketing e di personale, dall’altro al boom ottenuto dai nuovi segmenti sleepwear e a quelli maggiormente di nicchia, come la linea maternità ed extended, concepita per le taglie forti”. L’esperienza di Collezioni testimonia un modello di fare impresa innovativo, almeno per il nostro territorio: “il modello organizzativo del marchio Cosabella permette di coniugare e mixare il mood italiano con le influenze di Miami, un luogo dove la contaminazione tra persone e culture differenti è molto forte, nonché zona in cui la luce e i colori si rispecchiano nelle proposte del prodotto. Da non sottovalutare, tuttavia, anche l’influenza della Grande Mela, con i suoi ritmi e la sua concentrazione sulla massima efficienza. Oggi, per restare sul mercato e crescere, ogni azienda deve accettare la sfida di confrontarsi con le nuove generazioni. I cosiddetti millenial parlano un’altra lingua rispetto a chi li ha preceduti, un lessico che occorre imparare, per esempio essendo presenti sui social media e investendo su innovazione e formazione all’utilizzo delle nuove tecnologie”. A cavallo tra Italia e Stati Uniti, Roberto Guaitoli ha idee ben precise sul futuro del nostro Distretto. “Quello creato in questi anni da Carpi Fashion System è un sistema che sta funzionando e sta portando risultati al territorio, grazie alle sinergie che consente e all’intelligente composizione dei suoi componenti.

A mio avviso è giunto il momento di iniziare anche a sostenere e promuovere, sempre tramite questo progetto, il settore della sub fornitura, per mantenere così il saper fare del territorio, nostra autentica ricchezza, nonché marchio distintivo che ci rende unici”. In generale, per andare incontro al futuro con successo, secondo Roberto, occorrono alcuni elementi imprescindibili: “attenzione al mercato, adattamento sempre più veloce alla domanda, la capacità di essere sempre sulla cresta dell’onda, unitamente a un preciso e puntuale controllo di gestione”.

Marcello Marchesini