Ha 38 anni Sandy Ballestra. Un sorriso largo e una passione forte che la anima. Quello che nutre per la scrittura è un amore profondo. Una sorta di necessità. “Sono nata nella provincia di Rovigo, ma dall’età di un anno vivo qui. Non sono una carpigiana doc, ma mi ritengo comunque una cittadina di Carpi a tutti gli effetti. Mi piace vivere alla Corte dei Pio perché è una città semplice: ti riporta sempre a casa. Tuttavia, confesso che se non fosse per la famiglia e il lavoro di insegnante che mi trattengono rispettivamente nella morsa dell’affetto e dell’entusiasmo, partirei domattina per sperimentare un’esperienza di vita all’estero. Ammiro gli amici che lo hanno fatto”. Sandy ha dato poco dato alle stampe il suo primo romanzo, Siamo solo buoni amanti: una storia d’amore e di rimpianto. Di cose non dette. Di nodi irrisolti. Le vite di Beatrice, Marco e Giacomo si incrociano, si intrecciano, per poi perdersi e ritrovarsi…
Sandy, l’amore per la scrittura ti accompagna da sempre?
“In realtà no, sono state le vicissitudini della vita che mi hanno probabilmente portata a sviluppare il desiderio, ma soprattutto la necessità di scrivere; da piccola sognavo di fare la missionaria in Africa”.
Qual è il libro del tuo cuore?
“Cime tempestose della Brontë, lo lessi da adolescente, durante le vacanze estive e ricordo che mentre lo leggevo, mi divertiva ascoltare la canzone che Kate Bush aveva dedicato alla vicenda. Per me, un libro dovrebbe essere letto in compagnia di una canzone che lo identifichi in un qualche modo, lo aiuta a dargli un taglio più nitido e per far sì che possa essere ricordato nel tempo con maggior vigore, è per questo che nel mio libro ho inserito alcune tracce, sono quelle che mi hanno ispirata mentre scrivevo”.
Che libro c’è in questo momento sul tuo comodino?
“Non vi lascerò orfani di Daria Bignardi, l’ho appena iniziato, è un’autobiografia snella e dalla scrittura vivace, non amo particolarmente i mattoni, mi appesantiscono e dopo un po’ mi areno, anche quando sono interessanti”.
Libro o ebook?
“Libro, sono una tradizionalista, anche se provo una certa curiosità verso i dispositivi per via della loro praticità, i libri che leggo sono intanati ovunque, persino nelle scatole delle scarpe sotto al letto, non ho abbastanza spazio in casa e alla fine li regalo seppure con un po’ di dispiacere, fosse per me terrei tutto, sono come mia nonna, lei però, a differenza di me, sotto al letto ci teneva tranci di formaggio e cosce di prosciutto”.
Siamo solo buoni amanti è il tuo primo libro? Come è nato?
“Sì, è il mio primo libro. E’ nato un tiepido pomeriggio di fine estate, mi trovavo seduta sul divano quando, dal nulla, mi sono ritrovata a scrivere, sul blocco note del cellulare, pensieri che si sono tradotti in dialoghi e poi in una storia che è cresciuta in itinere. All’inizio non avevo idea di cosa avrei voluto far succedere ai miei protagonisti, non avevo un piano preciso in testa, scrivevo e basta. Mi svegliavo anche in piena notte per scrivere, perché temevo che se avessi aspettato fino al mattino, avrei potuto perdere un pensiero, un’idea; ogni volta che mi ci mettevo, si aggiungevano particolari e aneddoti che si incastravano squisitamente tra loro come in un grande puzzle. Quel libro mi sembrava magico, era come se si stesse scrivendo da solo”.
Nelle tue pagine racconti l’amore: un sentimento complesso, sfaccettato. Quanto la tua vita e le tue relazioni ti sono state d’aiuto nel costruire il romanzo?
“Il mio romanzo parla dell’amore che travolge e che inesorabilmente resiste allo scorrere del tempo, nonostante le pieghe inaspettate che la vita può assumere. E’ una storia quotidiana, è un libro in cui si ride amaro. Le vicende che ho narrato sono state romanzate, ma le esperienze che ho vissuto mi sono servite da apripista, si sa, che per poter essere credibili, bisogna parlare di ciò che si conosce: tutte le donne meritano di essere amate, almeno una volta nella vita, da una persona come Marco. Marco ama Beatrice con la passionalità ardente di un uomo e la sensibilità struggente di una donna”.
Quello dell’editoria è un mondo complesso: come ti sei destreggiata?
“E’ stato difficile districarsi tra le fitte trame che si intrecciano in questo ambiente, ho quasi impiegato più tempo a capire in che modo poter pubblicare il libro, che a scriverlo. Navigando su Internet ho scoperto dell’esistenza di un sito che si occupa di self publishing grazie al quale ho potuto canalizzare il romanzo sulle principali piattaforme di vendita online, prima in formato ebook e subito dopo in cartaceo”.
Dove si può trovare il tuo libro?
“Attualmente, Siamo solo buoni amanti è disponibile presso le librerie della provincia di Modena e Reggio Emilia, sto cercando di spargermi a macchia d’olio, la strada è ancora lunga e alquanto perniciosa, ma la voglio affrontare col sorriso e la riconoscenza di chi è consapevole dell’incredibile, quanto inedita opportunità che gli sta capitando”.
Stai già lavorando a un’altra storia?
“Sì, è un romanzo che parlerà della storia di due sorelle raccontata dalla maggiore delle due.
E’ ambientato in una città che conosco altrettanto bene perché ci ho bazzicato per un lungo periodo della mia vita. Sarà come un ritorno alle origini. Scrivere questo nuovo libro mi galvanizza ma allo stesso tempo mi spaventa un po’, è più complesso poiché si intrecciano le vite di diversi personaggi nel corso di tre decenni”.
Jessica Bianchi