Alle elezioni trionfano M5S e Lega, il Pd affonda. E a Carpi?

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L’esultanza leghista che attraversa l’Emilia Romagna passa anche attraverso il voto carpigiano: uno storico 14,4% ottenuto in una città in cui il partito di Salvini è completamente assente e non è rappresentato in Consiglio comunale. I 5.556 carpigiani che domenica 4 marzo hanno votato il Carroccio rappresentano uno strabiliante risultato rispetto al 2013 quando alle politiche furono solo 985 i voti per la Lega che rimediò un misero 2,35%. In cinque anni si possono cambiare tante cose e il messaggio è confortante per chi oggi esce più che malconcio dalla tornata elettorale.

In Emilia Romagna la Lega fa ancora meglio con un 19,3% (meglio della percentuale nazionale del 17,4%) determinante per consolidare la coalizione di centrodestra al primo posto in regione col 33,08% (Forza Italia si ferma al 14,04% in Emilia Romagna, 9,9% a Carpi) contro il 30,7% della coalizione di centrosinistra in cui il Pd si ferma al 26,3% dei consensi (crolla al 18,7 a livello nazionale) registrando una flessione di circa 11 punti percentuali nella regione rossa rispetto alle politiche del 2013. A Carpi il Partito Democratico non fa meglio passando dal 44,89% del 2013 (18.778 voti) al 33,7% (12.981 voti). Un crollo di consensi che ha traumatizzato chi si aspettava un calo, ma non di tale portata. Uno dei pochi a reagire è stato l’ex sindaco Enrico Campedelli, consigliere regionale: in un post su Facebook ha evidenziato che "la sconfitta è chiara e pesante. Il Pd perde pezzi dappertutto, persino nelle storiche regioni: Umbria, metà della Toscana e una gran parte dell'Emilia-Romagna. In Emilia-Romagna il centrodestra è maggioranza e nel Paese il centrosinistra, anche se fosse tutto unito, sarebbe comunque marginale". Campedelli avvisa: "Se non si hanno le antenne per capire ciò che si sta muovendo, sapendo ascoltare con umiltà e modestia, la situazione per noi è grave davvero, soprattutto in vista delle elezioni amministrative di quest'anno e del prossimo anno". In effetti, il dato è particolarmente preoccupante in vista delle amministrative del 2019 anche considerando il risultato, pressoché inconsistente, di Liberi e Uguali che a Carpi arriva al 4,5%.

Non sono state le divisioni interne, né c’è una responsabilità unicamente riconducibile a un leader, piuttosto il voto ha evidenziato uno scarto tra l’offerta politica del Partito democratico e la domanda che nasce dalla pancia del Paese, egregiamente interpretata dai Cinque Stelle che però in Emilia Romagna non stravincono come al sud. Il 32,55 che rende il Movimento il primo partito del Paese diventa un 27,5% nella nostra regione (dove c’è comunque il sorpasso rispetto al 26% del Pd). Anche a Carpi il Movimento si attesta su una percentuale analoga (27,7%) incrementando di 1.700 voti il risultato ottenuto nel 2013 (21,32%).

Domani sarà comunque un altro giorno. Il meccanismo dell’attribuzione dei seggi potrà anche modificare in parte il quadro uscito dal voto ma non c’è, come previsto alla vigilia, un vincitore chiaro. Inizierà il balletto delle alleanze, si rischierà la crisi e si tornerà punto e a capo.

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