“Ho detto a Papa Francesco che il fumetto è il modo migliore per parlare ai giovani e con la comunicazione si sconfigge l’ignoranza”. Myriam Savini, 24enne di Limidi di Soliera, insieme alla sorella Maria Magdalene, 30 anni, è stata ricevuta in udienza privata insieme ai partecipanti alla IV Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone nella giornata di lunedì 12 febbraio a Roma. A Papa Francesco, Myriam ha mostrato il fumetto che racconta la storia di Faith, una giovane nigeriana che si presenta alla porta di casa del nonno di Dalila. Naturalmente il nonno non parla l’inglese ma grazie a Dalila, Faith riesce a ricostruire il viaggio che dall’Africa l’ha portata in Italia: è vittima della tratta di persone e come una schiava viene costretta a stare sul marciapiede.
E’ Myriam a possedere un talento innato. “Collaboro con la rivista Dimensioni Nuove della casa editrice Elledici e le suore salesiane mi hanno contattato per propormi di condurre un laboratorio sul fumetto organizzato a Roma nel mese di novembre scorso. E’ da quel laboratorio che sono nate queste tre paginette sulla tratta delle persone, particolarmente apprezzate da Papa Francesco”.
In occasione dell’udienza privata la sorella di Myriam, Maggie, è stata incaricata di leggere la quinta domanda, quella che faceva riferimento allo spazio che sarà dato nell’ambito del Sinodo dei Giovani a quelli che provengono dalle periferie, ai giovani emarginati.
Una giornata da incorniciare quella di lunedì 12 febbraio per le sorelle Savini che proseguono convinte a spendersi e a impegnarsi per quelle persone che erano presenti con loro in udienza dal Pontefice: tra loro, anche molte ragazze uscite dal giro della tratta e giovani nigeriani.
“E’ la formazione familiare che ci rende particolarmente sensibili” afferma Myriam riferendosi all’impegno della mamma Maria che ha fondato a Limidi l’associazione Terra Accogliente. “Ci occupiamo di integrazione, dando un po’ di calore a chi si è rifugiato qui da noi, accogliendolo per farlo sentire un po’ più a casa”.
Sara Gelli