Arsom: non abbiamo speranze ma esigiamo risposte chiare

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Si è svolto ieri, 23 febbraio, presso il Municipio di Carpi, il tavolo di crisi per Arsom: l’azienda metalmeccanica con sede operativa a San Martino in Rio che ha chiuso i battenti lasciando di colpo senza lavoro 40 dipendenti. Intorno al tavolo, per discutere della cause della crisi e le possibili soluzioni, vi erano sindacato, istituzioni e consulenti aziendali. In attesa di ricevere risposte ufficiali, davanti a Palazzo Sacchetti i lavoratori hanno fatto  un presidio.
“Il nostro desiderio principale – spiega una lavoratrice – è quello di comprendere cosa sia successo e, soprattutto, cosa accadrà ora e quando saranno fatti valere i nostri diritti”.
I segnali negativi si sono manifestati dopo un ritardo inusuale sul pagamento delle retribuzioni. L'azienda da oltre un anno era solita ritardare di una decina di giorni gli stipendi. Al rientro dalla pausa di fine anno c'è stata un'accelerazione e non sono state pagate la tredicesima e la busta di dicembre, tuttavia la proprietà dava ancora rassicurazione che entro gennaio sarebbe stata pagata almeno la tredicesima. Nonostante le promesse i lavoratori sono in arretrato di tre mensilità e sono tutti sospesi dal lavoro dal 2 febbraio in quanto l'azienda ha improvvisamente cessato le attività.
“Il lavoro c’era e gli ordini non mancavano, avevamo commesse fino a luglio. I clienti pagavano regolarmente… A non esserci più – denunciano i lavoratori – era la materia prima. La proprietà, infatti, oltre a non pagare i dipendenti non onorava i debiti contratti con i fornitori e di conseguenza noi non avevamo la lamiera necessaria per lavorare”.
I dipendenti da 40 sono passati a 27: “alcuni si sono dimessi per giusta causa (non avendo ricevuto tre mensilità),  adoperandosi nel trovare una nuova occupazione o cercando di accedere alla disoccupazione. Molti non potevano più permettersi di non percepire alcunché”.
“Stiamo semplicemente aspettando di sapere in che modo finirà questa storia: non abbiamo più speranze che la ditta riapra, d’altronde oltre al debito accumulato, sono state portate via persino delle macchine…”, aggiunge una lavoratrice.
E poi c’è chi lavora in Arsom lavora da tutta una vita e davanti ha uno scenario a dir poco desolante: “io sono qui da 36 anni, questa azienda l’ho vista crescere e ora, da un giorno all’altro, mi ritrovo senza un impiego. Mi mancano solo quattro anni e mezzo alla pensione ma ho 63 anni: dove lo trovo un altro lavoro alla mia età?”. I Sindaci dei Comuni di Carpi e San Martino in Rio, i rappresentanti della Provincia di Modena, dell’assessorato alle Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna, della proprietà dell’impresa rappresentata in tutta la sua compagine sociale, della Cna e della Fiom-Cgil ha deciso di riconvocarsi  mercoledì 28 febbraio con l’obiettivo di verificare le condizioni di un’eventuale soluzione della vertenza e per non disperdere la storia e la produzione di questa impresa. Le parti in questi giorni si impegneranno ad approfondire ogni possibile scenario atto a salvaguardare i posti di lavoro, i redditi delle famiglie e l’attività produttiva.

Jessica Bianchi

 

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