La scatola che dà voce ai malesseri dei ragazzi

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“La vostra intera vita è on line e potrebbe essere usata contro di voi” recita uno spot belga.  Ed è proprio da questa realtà, tanto amara quanto veritiera, che il vice questore Laura Amato, dirigente del Commissariato di Polizia di Carpi, ha aperto uno stimolante incontro con oltre un centinaio di studenti dell’Istituto tecnico Leonardo da Vinci: scuola aderente a Blue Box, campagna di sensibilizzazione contro il disagio giovanile, promossa dalla Questura di Modena. Obiettivo dell’incontro, svoltosi lo scorso 25 gennaio in Sala Congressi, far comprendere agli studenti la gravità del cyberbullismo, con lo scopo di favorire l’emersione del fenomeno, prevenirne eventuali tragiche conseguenze e, al contempo, fornire indicazioni utili per un corretto utilizzo del web.  “Spesso – ha spiegato la dottoressa Amato – il disagio nasce da uno strumento che tenete costantemente tra le vostre mani: il cellulare”. Il vice questore si è rivolto ai ragazzi con un linguaggio semplice, ma diretto: “sempre connessi, in questa era digitale, molta della vostra vita finisce on line, sui social. Il mio invito è quello di prestare la massima attenzione a cosa fate in Rete. Ricordate: ogni foto, video o parola postati provocano delle conseguenze nella vita reale. Creare profili falsi per diffamare o insultare qualcuno, pubblicare su YouTube il video di atti intimi all’insaputa della propria fidanzata o, ancora, scrivere insulti sulla bacheca del profilo del vostro ex non è uno scherzo. Sono reati gravi e punibili dal codice penale. Dovete essere consci del fatto che dal compimento del 14° anno di età siete perseguibili come gli adulti ecco perché, lo ribadisco, dovete stare attenti. Non sottovalutate i pericoli che si nascondono in Rete e nell’uso delle nuove tecnologie, servizi di messaggistica inclusi. Misurate le parole. Non sono bravate. Il cyber bullismo non è un gioco ma una questione serissima”, ha più volte ribadito la dottoressa Laura Amato. Ciò che si consuma virtualmente può lasciare ferite profonde: “le vittime di questi crimini spesso si chiudono, isolandosi rispetto al gruppo dei pari e sviluppando un disagio da cui è poi difficile uscire. Un senso di abbandono, quello che vivono, che può portare a fenomeni gravi. Ricordate, dall’altra parte dello schermo c’è una persona” conclude il vice questore. Chi subisce atti persecutori o vessatori, ha poi aggiunto lo psicologo Massimo Neri dell’Associazione Psicologi Volontari Per i Popoli – Sezione Emilia Romagna, “non deve tenersi tutto dentro ma chiedere aiuto il prima possibile. La rabbia, il senso di colpa, la paura, il senso di inferiorità, la solitudine… costituiscono un mix esplosivo e impossibile da gestire. Emozioni che, se trattenute a lungo, possono comportare anche lo sviluppo di disturbi psicopatologici o comportamenti devianti in età successiva come dimostrato da numerosi studi. Non abbiate paura, cercate un adulto con cui confidarvi, anche al di fuori della famiglia. Gli strumenti ci sono: dallo sportello psicologico presente all’interno delle scuole al consultorio familiare, dallo spazio giovani alla Questura”.  Tra le pareti del Leonardo da Vinci è stata ora collocata una Blue Box: una cassetta blu, come il colore istituzionale della Polizia di Stato, nella quale potranno essere imbucate lettere di segnalazioni, anche anonime, suggerimenti o richieste di aiuto da parte dei ragazzi. “Tutti hanno un ruolo importante e coloro che assistono a episodi di bullismo non possono restarsene zitti o in disparte. Denunciare è fondamentale. Ciascuno deve fare la propria parte – conclude il dottor Neri – affinché i primi segnali di disagio delle vittime non si trasformino in atti distruttivi (dall’autolesionismo all’abuso di alcol o sostanze stupefacenti) o, peggio ancora, portino a gesti senza ritorno”.
Jessica Bianchi

 

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