E’ presente alla conferenza stampa ma l’assessore Cesare Galantini non risponde alle domande che riguardano il suo caso specifico: quando ha affittato il suo appartamento ha pensato alle conseguenze che ne sarebbero derivate? Ha fatto qualche valutazione di opportunità politica in relazione al fatto che lei non è un semplice cittadino ma un assessore comunale e che, in quanto tale, riveste un ruolo pubblico? Considerando la delicatezza del tema dei richiedenti asilo, non avrebbe potuto gestire il rapporto coi condomini in modo diverso? Prima di siglare il contratto di affitto con la cooperativa Caleidos, si è consultato con il sindaco informandolo? Lei è assessore alla Sicurezza: come ha gestito la situazione nel momento in cui gli altri condomini hanno evidenziato uno stato di disagio?
L’assessore Cesare Galantini risponde a un’unica domanda: rifarebbe tutto uguale? “Assolutamente sì”. Per il resto, nonostante sia stata convocata dal suo partito la conferenza stampa “sul caso Galantini”, l’assessore si sottrae perché “risponderò – dice – nella sede appropriata del Consiglio Comunale di giovedì 18 gennaio”. Difficilmente in quella sede ci si asterrà dalle strumentalizzazioni politiche, per entrare nel merito della vicenda relativa all’appartamento a Fossoli di proprietà dell’assessore Galantini che ha siglato un contratto d’affitto con la cooperativa sociale Caleidos per ospitare sei richiedenti asilo. Siamo in piena campagna elettorale e ogni occasione di visibilità viene sfruttata per fare propaganda. Non è un caso che a difendere l’assessore Galantini sabato mattina ci fosse tutto l’establishment del partito Liberi e Uguali Terre d’Argine che consegna, previa lettura, la seguente nota stampa ai giornalisti:
“Ora basta col razzismo e le intimidazioni personali, la misura è colma! Carpi, orgogliosa della sua storia antifascista non può, non deve, non vuole più tollerare manifestazioni che ripudiano i valori e i principi costituzionali. Da mesi si svolgono iniziative che, facendo leva sulla xenofobia, mirano a far crescere culture neofasciste: ora il M5S chiede le dimissioni dell’assessore di Liberi e Uguali Cesare Galantini, solo perché ha affittato un appartamento di personale proprietà a una cooperativa che offre un tetto ai richiedenti asilo. Da quando un assessore non può affittare, con regolare contratto, una sua proprietà a chi ritiene ne abbia bisogno? Questa irresponsabile richiesta del M5S ha poi dato la stura a un’iniziativa inqualificabile, sotto la casa affittata da Galantini, da parte di Forza Nuova, un movimento politico con atteggiamenti nostalgici. I seguaci di Forza Nuova non ci intimoriranno: se i nostri padri hanno battuto il fascismo, noi vigileremo perché non rinasca. Facciamo altresì appello a tutti i residenti del condominio e della zona affinché, debitamente coinvolti, superino le incomprensioni e si sentano pienamente partecipi di quel processo solidale che da sempre caratterizza la nostra comunità, in una situazione che finora non ha dato problemi di sorta in termini di sicurezza e ordine pubblico, ad esclusione della ignobile provocazione di Forza Nuova.
Siamo però preoccupati perché le istituzioni statali preposte all’ordine pubblico rischiano di sottovalutare i tentativi di chi cavalca il razzismo e le attuali difficoltà economiche e sociali per fare riemergere un passato condannato dalla storia e dalla civiltà.
Quando in un paese ci sono garanzie di tranquillità economica, di opportunità intellettuali, di equità per tutti, di speranza per il futuro, gli agitatori politici che fanno leva sulla paura e sul rifiuto del diverso, non trovano terreno fertile. Oggi, purtroppo, la perdurante crisi premia il populismo ed espone a rischi di rigurgiti del peggiore passato.
Sia chiaro: tutti devono poter esprimere liberamente il proprio pensiero se, come indica la Costituzione, non inneggia al fascismo, ma tale diritto deve essere esercitato nei luoghi opportuni. Non è accettabile che manifestazioni xenofobe si svolgano sotto abitazioni private con contenuti che incitano a ‘sloggiare’ chi legittimamente vi abita. Questa diventa intimidazione personale. E se gli intimiditi reagissero? Perché esporre la comunità a questi pericoli? E poi, perché si autorizzano queste pericolose manifestazioni senza nemmeno avvertire il Comune come è prassi consolidata? Non comprendiamo questa permissività del ministro dell’Interno, Marco Minniti, in contrasto anche con il recente giro di vite di norme che sanzionano nuove fattispecie di propaganda fascista. “Il male che temi diventa realtà in seguito a ciò che tu stesso fai” ammonisce Goethe.
Per questo apprezziamo e condividiamo il tempestivo intervento con un’interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni dei nostri rappresentanti senatrice Maria Cecilia Guerra e onorevole Giovani Paglia, e la lettera inviata sempre al Ministro Minniti dal Sindaco di Carpi Alberto Bellelli.
Concordiamo infine con la prevista decisione del Consiglio comunale di escludere dalla concessione di spazi e aree pubbliche chi nelle proprie manifestazioni abbia avuto comportamenti o si ispiri a ideologie fasciste o razziste, invitiamo tutti a firmare la petizione popolare sottoscritta dai partigiani dell’Anpi e da altre associazioni carpigiane, a favore dei valori costituzionali, contro neofascismo, neonazismo e xenofobia”.
Liberi e Uguali delle Terre d’Argine