Sono 120 i profughi ospitati dalla nostra città

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Sono 120 i profughi ospitati dalla nostra città, “meno del 2 per mille dei residenti”, sottolinea l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Carpi, Daniela Depietri. “I richiedenti asilo sono diminuiti rispetto ai mesi scorsi (ndr – erano 144 a settembre), al momento non ci sono stati ulteriori arrivi e le quattro cooperative sociali (Leone Rosso, Caleidos, Mantello  e L’Angolo) che se ne occupano, in stretto raccordo con la Prefettura, ne hanno spostati alcuni su altri territori per favorirne l’integrazione”. La loro presenza in città fa storcere il naso a molti ma, chiarisce nuovamente l’assessore, “l’Amministrazione non ha il potere di impedire tali arrivi”. Per tentare di evitare ghettizzazioni però, la Giunta Bellelli si è adoperata affinché venisse adottato “un modello di accoglienza diffusa” poiché i fatti dimostrano come, “la gestione di piccoli numeri su tutto il territorio, per quanto faticosa, è l’unica strada percorribile”, sottolinea Depietri.
Che piaccia o no, l’ente locale, mero “convitato di pietra” non può far altro che esprimere un giudizio circa la congruità dell’ubicazione scelta dalla Prefettura, ma è pur vero che il nostro Comune non ha messo a disposizione immobili pubblici per l’accoglienza dei richiedenti asilo, poiché il patrimonio di alloggi Erp, peraltro insufficiente a rispondere alla crescente emergenza abitativa, deve restare a disposizione dei cittadini che ne hanno diritto e ne fanno richiesta.
Sul tema della gestione dei profughi, i carpigiani hanno le idee chiare: nonostante siano quasi compatti nell’affermare che questi giovani abbiano diritto a una vita migliore e maggiormente dignitosa, temono che la loro presenza possa contribuire alla creazione di sacche di degrado e a un’impennata del tasso delinquenziale cittadino. Ed è proprio per cercare di dare a questi ragazzi, peraltro giovanissimi, una sorta di “scopo”, riempiendo le loro giornate, che Comune e cooperative sociali hanno firmato una convenzione. L’intento è quello di coinvolgere persone inserite nell’ambito dei programmi governativi di accoglienza per richiedenti asilo in attività di volontariato. “Lo spirito che soggiace dietro a questa delibera è semplice: vorremmo che questi ragazzi – spiega l’assessore alle Politiche Sociali – partecipassero alla vita della città, facendo qualcosa per il territorio che li ha accolti”. Un gesto di gratitudine. Un patto con la città. “Molti di loro, una volta ottenuto lo stato di profugo, se ne andranno da Carpi e, probabilmente, dall’Italia, per raggiungere amici e parenti in ogni angolo d’Europa. Nel lasso di tempo in cui restano nella nostra comunità però, credo sia necessario che partecipino alla vita cittadina dando il proprio contributo”. Al momento è decollato il progetto parchi: “due volte alla settimana sei volontari, supervisionati dagli operatori del Servizio Verde Pubblico del Comune, si occupano di mantenere pulite le aree verdi cittadine, raccogliendo foglie e rifiuti e curando la manutenzione degli arredi, dai segnali stradali alle panchine, ai giochi per bambini. Attività che, con le nostre sole forze, non saremmo riusciti a espletare in questo periodo. Siamo partiti dal Parco della Resistenza ma entro breve tempo saranno diverse decine i richiedenti asilo che prenderanno parte a queste attività, sempre assieme agli operatori delle tre cooperative sociali che hanno firmato la Convenzione”.
I 120 richiedenti asilo, oltre a seguire corsi di italiano, sono impegnati in attività di volontariato presso la Parrocchia di Quartirolo e il Corpus Domini ed è decollato un progetto, fortemente appoggiato dall’assessore Depietri, in collaborazione con Arci, “dedicato al tema della cittadinanza. Il corso – spiega Daniela Depietri – si concentra sui diritti e i doveri che caratterizzano il nostro Paese e affronta tematiche fondamentali come la differenza di genere e la parità. Nonostante sia la Prefettura a decidere, noi amministratori pretendiamo un ferreo e rigoroso rispetto delle regole. Per far sì che questo sia possibile è necessario educare questi ragazzi provenienti da luoghi con usi e tradizioni completamente differenti: sono giovani, molto si può ancora fare con loro e per loro”.
Il tema accoglienza continuerà a scaldare gli animi, anche se sinora in città i 120 richiedenti asilo presenti non hanno causato alcun problema di ordine pubblico.
Jessica Bianchi