Non accenna a placarsi la bufera scatenatasi su Aimag. Il futuro societario ancora incerto della multiutility di casa nostra sta destando la preoccupazione dei gruppi consiliari di Forza Italia di Carpi e Mirandola: “il Pd è spaccato – sottolinea il consigliere comunale Roberto Benatti – una parte, infatti, vorrebbe rispettare gli accordi presi con Hera dieci anni fa, confluendo nel colosso bolognese, mentre l’altra vorrebbe percorrere strade diverse, magari unendo le forze con municipalizzata mantovana Tea”. A oggi nessun impegno è stato preso malgrado il termine indicato per compiere una scelta “fosse stato fissato a fine luglio. La motivazione è ovvia – prosegue Benatti – il Pd stava aspettando l’uscita del decreto Madia sulla pubblica amministrazione e il conseguente giro di vite sulle partecipate”. Tra le numerose novità introdotte vi sono la responsabilità personale dei sindaci circa l’eventuale perdita di valore delle partecipate e il pieno mandato ai Consigli Comunali di cedere azioni senza indire alcuna gara bensì con una trattativa diretta: “chi ci assicura che la maggioranza del Pd, valutando Hera quale miglior partner dal punto di vista economico, non ceda ora le quote senza avviare alcun dialogo dal momento che il decreto gliene dà potere?”, si interroga provocatoriamente Benatti. Forza Italia inneggia a un coinvolgimento fattivo della cittadinanza per interrogarla circa il futuro di Aimag: “se non sarà possibile organizzare un referendum – conclude Benatti – che si faccia almeno un sondaggio di opinione volto a conoscere l’opinione della gente sui servizi erogati dalla multiutility e sulla compagine societaria”. Tra le motivazioni che spingono i forzisti di casa nostra a dire no alla fusione con Hera vi sono i numeri, spiega Giorgio Cavazzoli: “Aimag può vantare, nel 2015, 10 milioni e 671mila euro di utili. Carpi detiene una quota della municipalizzata pari al 20,47%: i dividendi sono ottimi! Perché vendere? Perché dismettere le nostre azioni in Aimag? Il Comune deve forse far cassa? Questa è un’ottima partecipazione e, in quanto tale, dev’essere tutelata e mantenuta, rientrando in possesso anche delle quote svendute a Hera nel 2008”. “Il mercato ha fame di Aimag: vari soggetti – prosegue Antonio Platis – hanno manifestato il loro interesse proponendosi quali partner industriali. Noi vorremmo che a unire le forze fossero società di pari dimensioni e dalle storie simili, affinché il patrimonio costruito nel tempo dalla nostra multiutility possa essere preservato così come il filo diretto con la cittadinanza. Chiediamo alla gente cosa ne pensa prima di chiudere questa partita”.
Jessica Bianchi