Il noto farmacista carpigiano Dante Colli è l’unico in provincia di Modena ad aver scalato tutte le vette alte tremila metri delle Dolomiti e ad aver ‘aperto’ una sessantina di nuove vie sulle rocce dei più importanti gruppi del Trentino Alto Adige. E, per non tradire la sua vocazione di scrittore e studioso, oltre che di scalatore, Colli ha messo a frutto l’esperienza maturata in cinquant’anni di frequentazione alpina scrivendo ben dieci guide alpinistiche ed escursionistiche con particolari approfondimenti sui Gruppi dolomitici del Latemar, del Catinaccio e dei Dirupi di Larsec in Val di Fassa (sua abituale residenza estiva), dello Sciliar, del Sella e del Sassolungo in Val Gardena. Al suo attivo Dante Colli ha anche una serie di libri (editi da importanti case editrici) particolarmente apprezzati dagli amanti della montagna per la descrizione precisa e accurata delle vie per salire sulle vette dolomitiche. Tra i tanti ricordiamo Alpinismo leggendario, Storia dell’alpinismo e Il Sassolungo (premiato con la targa d’argento al Festival della Montagna di Trento nel 2004). Il dottor Colli ama ricordare che in questi cinquant’anni di passione e amore per la montagna, appena poteva abbandonava il lavoro nella sua farmacia, lasciandola nelle mani sicure di figli e collaboratori, per correre in Alto Adige e scalare le vette alpine ripercorrendo sentieri e vie rocciose per raggiungere le cime dei famosi tremila metri. “Sulle tracce – racconta – dei più famosi scalatori che quelle cime hanno conquistato come i tedeschi Georg Winkler, Innerkofler e Dulfer e gli italiani Comici, Soldà, Battisti, Di Bona, De Tassis, Senoner, il mitico Tita Piaz”. Ultimo impegno letterario di questa singolare figura di farmacista, scalatore e scrittore, è stato il volume Oltre le vette – Vita e imprese di Gabriele Boccalatte e Ninì Pietrasanta, edito dal Club Alpino Italiano di cui è componente di varie commissioni di studio nonché collaboratore fisso della rivista del Cai nazionale. E proprio l’assemblea del Cai lo ha nominato il 12 giugno scorso presidente nazionale del Gruppo italiano degli scrittori di montagna. Nel suo libro Colli narra il periodo eroico dell’alpinismo, quello degli Anni Trenta, e la storia affascinante e coinvolgente di due fidanzati e sposi legati, oltre che dall’amore romantico, dalla grande passione per la montagna. “Per me – aggiunge l’autore – l’alpinismo si traduce in un rapporto profondo con il Creato. E’ una perfetta sintesi tra l’attività fisica e l’espressione dello spirito che trova la sua sublimazione sulle vette. Il contatto delle mani con la roccia ricorda le sensazioni che ogni artigiano prova toccando la propria materia di lavoro”. Dante Colli ha scritto nella sua vita settanta libri, 30 della famosa Collana Carpi di Ieri edita dalla Libreria il Portico, 20 editi dalla Cassa di Risparmio di Carpi, 10 tra guide escursionistiche e alpinistiche e 10 biografie di importanti scalatori e, curiosamente, anche una su Matilde di Canossa. Tra un farmaco e l’altro, tra un libro e l’altro, tra le abituali scalate estive delle vette dolomitiche e l’attività umanitaria che da anni svolge in favore delle popolazioni albanesi di Gramsh, Colli ha trovato il tempo, nel 1987, di organizzare le celebrazioni del centenario della prima salita alle Torri del Vajolet di Georg Winkler, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi. “Ma frequento anche il Festival letteratura di Mantova – sorride Dante Colli – dove ho avuto modo di presentare miei libri o di illustrare quelli di altri scrittori su scalate, storie, vicende e aneddoti legati alla montagna”. Un personaggio poliedrico, degno di rientrare nella categoria dei ‘carpigiani da prima pagina’.
Cesare Pradella