Ci sono situazioni che finora hanno riguardato esclusivamente il sud Italia dove i dati sull’obiezione di coscienza del personale sanitario sono aumentati a tal punto da mettere in discussione l’applicazione della legge 194/78: il personale sanitario che chiede di essere esonerato dagli interventi di interruzione volontaria della gravidanza raggiunge punte dell’87,6% in Sicilia, 90,2% in Basilicata, 93,3% in Molise.
La legge stessa prevede che i medici si possano rifiutare di praticare l’aborto definendo il diritto di obiezione ma ciò non deve avere conseguenze sull’applicazione della legge.
Quando certe situazioni si verificano in provincia di Modena è inevitabile che la questione approdi sui banchi del Consiglio comunale perché ciò che è successo nella vicina Pavullo potrebbe essere interpretato come un campanello d’allarme. Di recente, la stampa locale ha riportato la vicenda di una donna che non ha potuto effettuarel’aborto presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Pavullo per l’assenza di personale medico disposto a compiere le interruzioni volontarie di gravidanza. Il problema dell’assenza di specialisti non obiettori, qui nel paese del Frignano, sembra vada avanti dal 2014.
L’interrogazione di Mariella Lugli (Pd) puntava a fare chiarezza sulla situazione a Carpi e a rispondere è stato il direttore dell’Ausl Massimo Annichiarico con una missiva letta in aula. “La situazione dell’obiezione di coscienza non configura un problema” scrive il direttore Ausl che poi elenca i cinque punti di erogazione attualmente attivi: Policlinico, Carpi, Mirandola, Sassuolo e Vignola. E Pavullo? Non è dato sapere se si tratta di un errore di compilazione della risposta ma l’ospedale di Pavullo compare poi successivamente quando Annichiarico elenca gli ospedali in cui viene svolta l’IVG in provincia di Modena per l’Ausl: “Pavullo, Carpi, Mirandola presso cui gli interventi sono garantiti da due medici”. Ospedale di Sassuolo e Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico sono strutture con autonomia gestionale rispetto all’Ausl. “A Carpi i medici non obiettori sono 6 e quelli obiettori sono 8.
Insomma al termine della lettura, la Lugli non aveva dissipato tutti i suoi dubbi. A maggior ragione se si considera che secondo il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa, l’Italia non ha ancora adottato le misure necessarie per rimediare alle carenze di personale per l’applicazione della legge 194/78.
In base alle cifre riportate dalla Lugli in Consiglio Comunale, da quando è in vigore la legge si registra un calo progressivo degli aborti e delle donne morte per aver abortito mentre continuano le azioni di sostegno a una maternità responsabile.
Sara Gelli