Amo compie vent’anni e celebra la ricerca

0
1740

20 anni. Tanto è passato da quando, nello studio del dottor Carlo Carapezzi, il dottor Fabrizio Artioli e alcuni amici decisero che era giunto il momento di fondare un’associazione che affiancasse e accompagnasse i malati oncologici nel loro percorso di cura. “L’Amo per noi è una comunità. Un intreccio di relazioni. Persone si sono conosciute e sposate in Amo, pensate a me…”, sorride Artioli, ribattezzato dal presidente di Amo, dottor Paolo Tosi, “il papà del sodalizio”. “Insieme ai malati abbiamo sofferto e con loro abbiamo gioito. Siamo molto più di un’associazione – conclude Fabrizio, visibilmente emozionato – siamo una famiglia. Grazie di cuore a tutti voi”. “Io c’ero quando Artioli si è fidanzato con Rita (ndr la segretario di Amo), eravamo tutti in vacanza in Austria, loro facevano finta di niente ma si capiva che c’era feeling”… scherza l’assessore alle Politiche Sociali Daniela Depietri. “Io nasco volontaria e oggi se sono qui a fare l’assessore è anche grazie ad Amo e a quella bellissima esperienza”.  Nella straordinaria cornice di Villa Ascari, lo scorso giovedì 16 giugno, si è tenuto il tradizionale appuntamento col Gran Gala Amo: una serata dal sapore speciale che ha celebrato, con la consueta eleganza e sobrietà, il ventennale della nascita del sodalizio, insieme a volontari, autorità, medici, amici e numerosi ospiti. A Franca Pirolo, consigliera Amo, il compito di ricordare due figure recentemente scomparse ma ben impresse nel cuore di tutti: il dottor Roberto Marchesin e la coordinatrice infermieristica Lorena Molinari. “Entrambi lavoravano nel Reparto di Ginecologia dell’Ospedale di Carpi e vorremmo qui ricordarli per la loro bravura, professionalità e dedizione. Grazie per quanto avete fatto: siete nel nostro cuore”.

Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi… La scienza senza cuore è solo tecnica. Lette 

da Elisa Lolli, le parole di Rita Levi Montalcini hanno preso corpo e voce, riscaldando l’atmosfera. Ed è proprio “ai ricercatori, uomini che scoprono, costruiscono e seminano la vita, che Amo dedicherà quest’anno ogni sforzo”, prosegue Elisa, poiché, come soleva ripetere Albert Einstein La ricerca è l’umile ammirazione dell’infinito. “I ricercatori – sottolinea il presidente Tosi – affrontano e vincono sfide, le loro scoperte sono fatte per il bene dell’intera umanità. Loro sono in pochi ma tutti noi siamo dotati di un laboratorio: il nostro cuore. Intorno a noi ci sono tante persone che soffrono e hanno bisogno di aiuto. Tendere la nostra mano verso un’altra mano tremante, metterci in ascolto di una voce rotta dal pianto… ciascuno di noi può farlo, abbattendo muri e indifferenza. Nell’Amo ho trovato una palestra piena di atleti: ogni giorno esercitano il muscolo più bello e prezioso, il loro cuore”. E grazie alla generosità di Amo e di tutti i suoi sostenitori quest’anno l’associazione è stata in grado di donare numerose apparecchiature all’avanguardia all’Ospedale Ramazzini di Carpi: una pompa a infusione per la chemioterapia, due poltrone per la radioterapia, una tomosintesi e una bobina per la risonanza magnetica per la diagnosi dei tumori alla prostata. “In vent’anni l’Amo è cresciuta moltissimo e oggi è per dimensioni la terza associazione in ambito medico dell’intera provincia di Modena”, conclude Tosi. Ospite della serata anche il medico e ricercatore  in immunoterapia e terapia cellulare somatica dell’Irst, Massimo Guidoboni: “la passione per la ricerca non nasce, né si sviluppa, io sono convinto che alberghi dentro di te da sempre. Se avete dei figli curiosi, sempre a caccia di indizi e desiderosi di scoperta, incoraggiateli, probabilmente avete in casa un futuro ricercatore”. La vicinanza dell’associazione al mondo della ricerca si sostanzia anche col sostegno di alcuni progetti meritori: “lo scorso anno la dottoressa Elena Bandieri, in forza al mio reparto – ha spiegato il primario dell’Unità Oncologica del Ramazzini, Fabrizio Artioli – ha scritto un articolo, comparso sulla rivista  scientifica a taglio oncologico più prestigiosa al mondo, relativo a come cambierà la terapia del dolore. Il suo è stato tra i dieci articoli più letti al mondo nel 2015: un risultato davvero sorprendente! E, ancora, la nostra dottoressa Giorgia Razzini ha firmato un altro articolo sull’efficacia dell’agopuntura nel ridurre i disturbi legati alla menopausa e a lei desideriamo conferire la medaglia del ventennale di Amo e una pergamena”. Alla presenza del notaio Aldo Fiori, davanti al quale, il 30 maggio 1986, venne formalmente istituita Amo, alcuni tra i soci fondatori (ricordiamo tra i primi fedelissimi Fabrizio Artioli, Isa Bertolini, Nellusco Sedoni, Simona Marani, Barbara Benzi, Antonio Prandi, Andreas Voigt e Velia Tosi) hanno ricevuto una medaglia. Nello, “pilastro dell’associazione” si è guadagnato anche una cazzuola: “questi vent’anni – ha detto commosso – passati in mezzo a una banda di disgraziati hanno fatto bene soprattutto a me e auguro a tutti di dedicarsi al volontariato perché fa davvero bene al cuore”. Assegnato poi dalle mani di Annalisa Bonaretti, il Premio Donata Testi, giunto alla sua tredicesima edizione, ad Attilio Bedocchi

“Un uomo discreto. Generoso. Un uomo – spiega Annalisa – che ha fatto tantissimo per il nostro ospedale. In silenzio”. “Mi avete incastrato – commenta Bedocchi – questa è davvero una sorpresa per me. Sono un tipo che ama stare dietro le quinte ma fin che potrò aiutare, lo farò. Sono onorato di ricevere questa targa anche se non credo di meritarla”. A salire sul palco anche il cantante e showman Paolo Belli, ospite d’eccezione della serata: “è un piacere per me essere qui. Questa non è un’associazione bensì un gruppo di amici. Sappiate che potete far affidamento su di me e ricordiamoci che in una banda di matti volontari si possono costruire bellissimi sogni”. Particolarmente emozionanti le due strofe di Nel blu, dipinto di blu di Domenico Modugno che il bluesman ha poi intonato a cappella coinvolgendo gli astanti. 

E nel blu, dipinto di blu, felice di stare lassù – ha colto al volo Annalisa Bonaretti – vorrei ricordare un grande amico di tutti noi: ciao don Claudio Pontiroli”. E mentre il pensiero è andato a coloro che abbiamo perduto, il Gospel Soul, guidato da Grazia Gamberini, ha levato al cielo la propria voce. E sulle intense parole di Alleluia di Jeff Buckley, Amo ha dato a tutti i suoi ospiti un caldo e sentito arrivederci al prossimo anno.

Jessica Bianchi 

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp