Una risposta concreta al problema casa

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Firmato il nuovo accordo territoriale che regolerà i contratti di affitto a canone concordato nei comuni dell’Unione delle Terre d’Argine (Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera). Un passo avanti importante per tentare di dare una risposta concreta al problema casa dal momento che i canoni concordati sono strategici per calmierare il mercato della locazione: da un lato , infatti, permettono a molte famiglie di usufruire di un affitto a costi sostenibili e adeguati al proprio reddito e, dall’altro, prevedono una fiscalità agevolata per i proprietari (cedolare secca al 10%, riduzione dell'Imu del 25% e una detrazione fiscale più elevata, per i proprietari e per gli inquilini). Firmato dai sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat e da Asppi, l’associazione che tutela la piccola e media proprietà immobiliare, “il documento sostituisce quello del 2004 (oggi rispetto ad allora l’offerta supera di gran lunga la domanda) ed è volto a stabilire canoni mensili più coerenti con l'attuale situazione immobiliare, semplificando e aggiornando i parametri che portano alla definizione dei contratti”, ha sottolineato Francesco Lamandini, presidente di Asppi provinciale. Una delle principali novità introdotte dall’accordo è la riduzione delle zone in cui vengono suddivisi i quattro comuni: Centro e zona Suburbana – Rurale. Rimodulate anche le fasce di oscillazione del canone mensile, che unificano i minimi e riducono i massimi di una percentuale che varia fra il 2 il 16% (concretamente, per una casa di medie dimensioni, la riduzione si attesta fra un minimo di 20 euro a un massimo di 70 mensili). Il nuovo accordo territoriale aggiorna infine i parametri per la determinazione del canone: considerata  l’evoluzione del patrimonio edilizio e della situazione generale, è stato eliminato il criterio del riscaldamento, oggi di fatto presente in tutte le abitazioni, e sono stati aggiunti sei ulteriori parametri relativi a sicurezza, risparmio energetico, ristrutturazioni, antisismicità, cortili e aree ortive. Un accordo insomma che interpreta al meglio “i cambiamenti che hanno interessato il tema dell’abitare nel nostro territorio, soprattutto dopo il sisma”, ha aggiunto la presidente dell’Unione, Luisa Turci. “Il mercato dell’affitto – spiega Antonietta Mencarelli di Sunia – è un segmento dell’abitare molto anomalo in Italia. Nel nostro Paese, infatti, non c’è mai stata una politica dell’affitto, bensì una rincorsa all’acquisto della casa. In questi anni di crisi profonda, a fronte di affitti ancora molto alti, il settore della locazione è stato motivo di grande tensione: le famiglie a basso reddito, spesso in affitto, di fronte a una caduta di reddito importante o la perdita del lavoro, non riescono più a sostenere le spese legate alla casa.  Con questo patto cerchiamo di diminuire il costo dei canoni per andare incontro ai nuclei maggiormente in difficoltà, quelli per i quali la casa mangia più del 30 per cento del reddito, ma questo non è sufficiente. E’ necessario che lo Stato, insieme a Comuni e Regioni, dia vita a un vero e proprio Piano Casa per l’affitto”.
Ma in quanto consiste il calo previsto dai canoni calmierati? E a quanto ammontano mediamente gli affitti a Carpi?
“In città – prosegue Antonietta Mencarelli – gli affitti viaggiano da 280 euro al mese per un mini fino a 590 per un alloggio di oltre 90 metri quadri. Con questo nuovo patto si registrerà un calo variabile: da 20 a 70 euro mensili. Non sono grandi cose ma rappresentano comunque un segno di vicinanza alle famiglie. D’altro canto anche i proprietari sono sottoposti a una pesante imposizione fiscale: è giusto introdurre una tassazione più mite ed equa (ecco perché abbiamo lottato per introdurre una cedolare secca al 10%) per coloro che, in totale trasparenza e nella piena legalità, applicano il per canone calmierato”.
Jessica Bianchi