Meteoropatici per natura lo siamo un po’ tutti; appena ci svegliamo guardiamo fuori dalla finestra per sapere che tempo c’è, se c’è il sole o no. Così possiamo diventare malinconici dopo tre giornate uggiose consecutive, o irritabili dopo una settimana umida e afosa. Il clima è così importante per la psiche che ha influenzato usi, costumi, arte e carattere di tutti i popoli del mondo.
Esiste persino una “teoria del clima” , secondo la quale i popoli del Nord del mondo, gli scandinavi ad esempio, si sono plasmati sui lunghi e freddi periodi senza sole: più depressione, maggior chiusura relazionale, più assunzione quotidiana di alcolici che “riscaldano” l’esistenza. I popoli del Sud sono invece più aperti e solari, quasi che la quantità e la qualità del sole in più diventi aspetto caratteriale, modo di essere. Noi italiani siamo a metà strada, abituati a un clima temperato con giornate però ultimamente anche molto diverse fra loro.
Se il clima ci tiene “in prigione”
Eppure molti fra noi hanno una sensibilità assai più spiccata di altri: sono i veri meteoropatici, quelli il cui umore e i cui pensieri si orientano quasi totalmente sul tempo che fa. Anzi, si può dire che in loro è il tempo a “fare” l’umore. C’è chi soffre l’umido, chi il caldo, chi il vento freddo, l’afa, l’assenza di sole o l’eccesso di luce, ecc. Più che in sintonia sono in balia del clima, e ciò rende la loro vita un’altalena continua di pensieri e stati d’animo contrastanti che impediscono un fluire sereno dell’esistenza. Una vera schiavitù. Inoltre la persona, che assume dentro di sé il tempo che fa, trasporta poi “il tempo che fa” in famiglia: porta cioè il clima nelle relazioni più strette, sul luogo di lavoro e ciò non giova né a lei né a chi le sta vicino, che deve adattarsi a cambiamenti incomprensibili.
Come “riconoscerti”
Puoi considerarti meteoropatico se senti tue almeno tre delle seguenti affermazioni.
– Presti particolare attenzione al tempo che fa. Fai commenti, ne parli con le persone, ti lamenti spesso.
– È raro che ci sia un clima che ti faccia sentire proprio bene: senti spesso che potrebbe essere meglio di ciò che è.
– Se fai una vacanza essa è fortemente influenzata dal clima del luogo (ad esempio troppo umidità al lago) e dal tempo durante il soggiorno (ad esempio qualche giorno di pioggia e freddo).
– In alcuni giorni di ogni mese ti senti debole e prostrato, anche psichicamente, senza riuscire a trovare un qualsiasi nesso casuale, e viceversa, hai giorni immotivati di super-energia.
– Le persone intorno a te manifestano spesso uno sconcerto per l’alternarsi frequente e immotivato dei tuoi stati d’animo e delle tue idee.
Clima e umore
Benché l’ipersensibilità al clima sia dovuta soprattutto a fattori costituzionali, si può intuire un senso nell’insofferenza per un certo tipo di clima. Ci sono quattro tipi principali di meteoropatici, che modificano il proprio suo umore in rapporto a quattro diversi climi.
– Caldo e umido: ansia, eccesso di responsabilità e claustrofobia
– Troppa luce: difficoltà a vivere la pienezza delle emozioni
– Pioggia o nuvoloso: disagio verso l’introspezione e il raccoglimento
– Molto freddo: sensazioni di essere fragili e attaccabili
Cosa fare
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Stai in “sintonia attiva” : Non subire passivamente il tempo che fa. Cerca di capire qual è il clima che ti dà più energia e sfruttalo al meglio, mentre ripiegati e non osare troppo quando esso ti è ostile.
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Non scaricare sugli altri : Non permettere che il tuo clima interiore negativo invada tute le relazioni con gli altri. Proteggi amici e familiari da questi “temporali dell’anima”. È più facile se impari a riconoscerli.
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Tieni un diario: Se noti che vai a “periodi climatici”, dai sul calendario il “voto” all’umore della giornata. Se dopo sei mesi noti delle ciclicità costanti, consulta uno psicoterapeuta. Potrebbe trattarsi di un Disturbo dell’Umore.
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Attrezza la tua casa: Disponi la tua casa in modo da mitigare la difficoltà climatica. Se soffri freddo e grigiore, ad esempio, usa luci e colori caldi, che possono limitare gli effetti del mondo esterno.