Cmb guarda all’Iran

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E’ ancora gravissima la crisi che ha investito il settore delle costruzioni: cali produttivi e riduzione degli investimenti hanno comportato il crollo di numerose cooperative emiliane. In questo agitato mare magnum, il colosso cooperativo made in Carpi, Cmb, non solo si tiene a galla ma è riuscito a mantenere pressoché inalterata la propria posizione competitiva, confermando per il 2016 i principali obiettivi fissati nel Piano industriale 2015 – 2017. “Nel 2014 – spiega Paolo Zaccarelli, risorse umane – il giro d’affari di Cmb ha toccato il suo minimo storico, assestandosi su 510 milioni di euro, per poi ricominciare a crescere nel 2015 raggiungendo quota 560 milioni (il massimo è stato raggiunto nel 2009 con 640 milioni di euro), cifra che dovremmo riuscire a raggiungere anche quest’anno. A differenza della debacle di numerose coop reggiane, modenesi e bolognesi, Cmb  è riuscita ad  accrescere il proprio patrimonio netto fino a 235 milioni di euro”.  Passi avanti anche sul fronte degli ammortizzatori sociali, “dopo quattro anni, a settembre terminerà il contratto di solidarietà adottato per il personale impiegatizio mentre entro fine anno contiamo di concludere il ricorso alla cassa integrazione per alcuni operai. Da tempo Cmb non sta assumendo più nessuno cercando così di ridurre in modo naturale il personale, speriamo di poter al più presto invertire tale tendenza”, conclude Zaccarelli. Performance positive quelle della coop di casa nostra  che, secondo l’architetto Ruben Saetti, vicepresidente, hanno “dell’incredibile, dal momento che, il mercato interno ha registrato cali drammatici e la nostra cooperativa ha pochissime commesse all’estero”.
Il Piano industriale del prossimo triennio punta comunque  a consolidare la posizione di Cmb in Italia: “a Milano e Roma si stanno registrando sul fronte immobiliare degli interessanti segnali di ripresa”, prosegue Saetti. Ma l’unica strategia perseguibile in futuro è quella di trovare nuovi mercati all’estero. “Nel 2020 – sottolinea il vicepresidente – il 20% del nostro fatturato dovrà provenire da oltre confine. L’estero costituirà l’unico elemento di equilibrio possibile”. Ed è sugli ospedali che Cmb vuole continuare a scommettere, soprattutto, oltre i confini nazionali, come ribadisce il presidente Carlo Zini: “abbiamo deciso di esportare il prodotto in cui siamo eccellenti e che rappresenta anche un grande contenuto di tecnologia e know how italiano: gli ospedali.  Non ci limitiamo ad esportare il contenitore, l’opera realizzata, bensì tutta la parte di attrezzature medicali, grazie alle partnership che ci legano a varie industrie italiane ed europee”. L’Algeria, con cui Cmb sta intrattenendo rapporti da tempo per la realizzazione di un ospedale dell’esercito rivolto alle famiglie dei militari,  a causa del crollo del prezzo del petrolio, ha dovuto frenare sul fronte  degli investimenti: “speravamo di chiudere la partita lo scorso anno ma la trattativa sta proseguendo”, dichiara il vicepresidente.
Cmb era poi parte della delegazione guidata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, in Iran, dopo il disgelo seguito dalla revoca delle sanzioni: “un Paese di grandi tradizioni, dove il tenore di vita è sostanzialmente alto. Sul fronte dell’infrastrutturazione – commenta il presidente Zini – l’Iran sta pensando non solo alla costruzione e alla riqualificazione del sistema ferroviario con l’introduzione dell’alta velocità, ma anche a ospedali e strutture sanitarie di livello. Il contesto ambientale è difficile, siamo cauti ma fiduciosi”. Un’altra area su cui Cmb sta investendo è quella dei servizi legati all’innovazione e all’efficientamento energetico degli edifici esistenti: “la nuova frontiera per tentare di abbattere le emissioni”, sottolinea Saetti. Un ambito nel quale “vi è grande margine di crescita per linee esterne  – annuncia l’architetto Saetti – magari attraverso nuove acquisizioni”. Il 2016 rappresenterà l’anno della svolta per il settore costruzioni? “Nei primi mesi dell’anno si registra un generale disorientamento a causa delle bufere finanziarie che si sono susseguite: credo però che vi siano tutti gli elementi (a partire dalla riforma del codici degli appalti) per guardare al futuro con fiducia”, conclude Zini.
Jessica Bianchi