Dopo un percorso di confronto sindacale cominciato a maggio del 2015, esattamente dopo un anno dal trasferimento della Centrale Operativa del servizio di Emergenza-Urgenza a Bologna, arrivano le prime risposte della Direzione Sanitaria dell'Ausl.
Il confronto aveva l'obiettivo di dare corso alla riorganizzazione del servizio territoriale prevista anche dagli accordi sindacali. “Un primo passo – dichiara Anna Paragliola della segreteria provinciale Fp/Cgil – che non è però sufficiente. Certo ci sono alcuni punti, in particolare relativi al parco macchine e alle strumentazioni, che ci paiono interessanti, ma riteniamo che ci sia ancora molto da fare”.
Per la FP/Cgil l'obiettivo della riorganizzazione del servizio territoriale di Modena è anche quello di aumentare la presenza dei professionisti sanitari sull'intera provincia, rivedendo il ruolo delle associazioni di volontariato che oggi supportano il servizio di emergenza.
“Mi spiego meglio – continua la sindacalista – oggi solo il 30% della copertura oraria del servizio è assicurata da professionisti dipendenti dell'Azienda Usl di Modena con mezzi di soccorso avanzati. Quindi il ruolo di supporto delle associazioni di volontariato è indispensabile al punto che, come avevamo già denunciato con il caso Misericordia e come qualche giorno fa dichiarava anche il presidente della Croce Rossa italiana di Carpi, per rispondere ad un tale carico di lavoro diventa necessario per le associazioni di volontariato assumere personale da affiancare agli attuali volontari”.
Ecco perché la Fp/Cgil ritiene che il rapporto dipendenti-volontari vada riequilibrato, anche alla luce del ruolo molto chiaro e definito che l'accreditamento regionale riconosce alle associazioni di volontariato. Inoltre, considerato che con il trasferimento della Centrale Operativa il supporto alle ambulanze con “equipaggio volontario” si è ridotto, riequilibrare quel rapporto dipendenti-volontari significa anche diminuire il rischio di errori nell'invio del mezzo più adeguato.
Infatti, gli operatori dell'Azienda Usl di Modena che in questi anni stanno supportando con il loro lavoro il trasferimento delle funzioni della Centrale Operativa a Bologna (ricordiamo che a tutto oggi e fino ad aprile ci sono 9 operatori che lavorano a Bologna per completare il percorso), hanno messo in evidenza la necessità e ottenuto di rivedere lo strumento tecnico (algoritmo) utilizzato per determinare l'invio del mezzo più adeguato alla chiamata di soccorso che arriva a Bologna in funzione della “capacità assistenziale” dell'equipaggio di quel mezzo (ALS-ILS-BLSD).La sperimentazione è partita a gennaio e sarà a regime a febbraio 2016.
Questi elementi uniti al fatto che l'organizzazione del servizio di Bologna prevede una forte presenza di auto mediche, che invece a Modena sono solo tre in tutta la provincia, “ci pongono la necessità – continua Anna Paragliola – di aprire una riflessione in merito alla riposta al cittadino che riteniamo debba essere una priorità anche delle istituzioni locali”.
In altre parole la Fp/Cgil auspica la costituzione di un momento di verifica istituzionale che analizzi il cambiamento prodotto dal trasferimento della Centrale e le problematiche che da tempo il sindacato solleva. “Non è certo un grido di allarme – spiega la sindacalista – ma riteniamo che il calo delle risorse economiche dedicate al servizio sanitario nazionale possa portare a scelte che apparentemente possono sembrare più economiche, ma che in realtà rischiano di peggiorare il servizio al cittadino”.