Ognuno di noi ha imparato a fare cose che riteneva impossibili grazie all’allenamento. Così i soggetti non vedenti e ipovedenti possono potenziare gli altri quattro sensi, e in particolare l’udito, per riuscire a orientarsi meglio nell’ambiente circostante evitando gli ostacoli.
Tutto questo grazie anche alla realtà virtuale acustica e al principio di eco-localizzazione su cui si basa il software SoundSight Training ideato da Irene Lanza, la studentessa 25enne di Rio Saliceto iscritta a Ingegneria Gestionale all’Università di Modena e Reggio Emilia, a cui abbiamo chiesto di spiegarci quali sono le possibilità offerte da questo innovativo supporto tecnologico.
Irene, puoi spiegarci cos’è SoundSight Training e come migliorerà la vita dei non vedenti?
“SoundSight Training è una realtà virtuale basata unicamente sul suono. E’ capace di simulare diversi scenari, e riprodurre il comportamento di ogni suono all’interno di questi. Si tratta di un modo per aumentare la percezione di sé all’interno di un ambiente, identificando gli oggetti in esso presenti grazie all’udito. E’ una possibilità che in realtà ogni persona può sviluppare con l’allenamento: col nostro software insegniamo la tecnica che consente a un non vedente di muoversi in autonomia e senza pericolo. Sfruttando lo stesso principio con cui si orienta un pipistrello con gli ultrasuoni, il non vedente attraverso il computer e il microfono dà un input (per esempio uno schiocco di lingua), e tramite le cuffie ascolta l’output, ovvero come l’input si comporta e si modifica nell’ambiente simulato in tempo reale. Le persone cieche in realtà utilizzano già molto l’udito, per esempio battendo il bastone oppure le mani, ma possono percepire con precisione solo ciò che accade all’interno di un breve raggio d’azione. Questo limite purtroppo complica notevolmente la loro vita. Invece, l’eco-localizzazione nello spazio fornisce loro l’opportunità di ampliare i propri confini percettivi, e con SoundSight Training il nostro obiettivo è di portare nelle case di ogni ipovedente o non vedente una palestra virtuale dove affinare l’udito e le percezioni sensoriali. Una volta che il nostro utente si sentirà pronto, potrà chiudere il computer e uscire senza nessun supporto tecnologico, ma solo applicando le capacità allenate grazie al software”.
Come è nata l’idea di questo progetto?
“L’idea è nata poco più di un anno fa durante la mia esperienza di studio al Cern di Ginevra dove ho frequentato il corso Challenge Based Innovation insieme a studenti provenienti da ogni parte del mondo. Lì ho conosciuto quelli che sarebbero diventati i miei colleghi entrambi 36enni: Marco Manca, medico italiano che lavora al Cern, ed Henrik Kjeldsen, ingegnere informatico tedesco che vive a San Francisco. Durante una conferenza in cui Henrik parlava di come si potesse descrivere e classificare l’ambiente intorno a noi attraverso i suoni, ho avuto l’illuminazione: Henrik poteva mappare lo spazio, Marco poteva ideare un metodo educativo adatto ai non vedenti e io avrei curato l’interfaccia e la user experience, riuscendo a connettere tecnologie molto complesse alla quotidianità, allo scopo di agevolare la vita dei non vedenti. Nemmeno dodici mesi e quell’intuizione è diventata un prototipo dimostrativo”.
Avete già testato il software con la collaborazione di persone non vedenti? Come è andata?
“Abbiamo testato SoundSight Training con alcuni ragazzi non vedenti, tra cui Cecilia Camellini, campionessa paralimpica di nuoto della nazionale italiana. Abbiamo sentito le loro opinioni, raccolto i dati dai test e siamo arrivati al prototipo attuale che ha la pretesa di diventare un prodotto finito, grazie all’aiuto offertoci dai non vedenti e con l’appoggio di tutti coloro che ci sosterranno. Per il momento è solo un prototipo ma il nostro obiettivo è quello di trasformarlo in una realtà a cui possono accedere tutti gratuitamente. Pertanto abbiamo lanciato una campagna mondiale di raccolta fondi su Kickstarter per raggiungere i 250mila euro necessari al suo approntamento e alla distribuzione come software open-source. Sappiamo che la cifra è molto alta, ma se migliaia di persone parteciperanno alla campagna donando anche un solo euro potranno contribuire a migliorare la vita di milioni di persone”.
La squadra capitanata da Irene ha già ricevuto l’appoggio delle principali associazioni di non vedenti, e ora il prossimo passo è quello di sensibilizzare anche le persone normodotate sull’importanza dell’iniziativa.
A tale proposito è in programma, domenica 17 gennaio, presso il Circolo Arci Pigal di Reggio Emilia, una cena al buio con prenotazione obbligatoria promossa dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti a sostegno di SoundSight Training alla quale tutti sono invitati a partecipare.
Chiara Sorrentino