“Il Comune di Novi perde abitanti”

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“La situazione economica del territorio novese è allarmante per le difficoltà  delle imprese, dei commercianti  e degli artigiani e per la cronica mancanza di adeguate risorse da investire a sostegno del territorio provato da terremoto e crisi economica. Dal 2012, anno del sisma, a oggi, se ne sono andati oltre mille degli 11mila abitanti pre-sisma: 40 le famiglie che hanno trascorso per la terza volta il loro Natale nei moduli abitativi provvisori. Insomma, Novi si trova in uno stato di grave crisi e di costante agonia aggravata dalle lentezze nella ricostruzione privata”. Il severo giudizio è del consigliere comunale della Lista Progetto Comune ingegner Mattia Fiorentini che commenta l’ultimo documento preparato e condiviso dalle opposizioni e inviato al sindaco Luisa Turci. “Si  tratta dell’ennesimo appello  che come minoranze consigliari abbiamo elaborato e inoltrato al sindaco nella speranza che questi potesse convocare un incontro con l’assessore regionale competente al fine di ottenere risposte in merito alle tante ed evidenti problematiche della ricostruzione delle abitazioni private e del progressivo spopolamento del territorio. Come già successo in passato, la nostra richiesta é caduta nel vuoto ottenendo solamente risposte di circostanza. Abbiamo analizzato i numeri pubblicati dall’amministrazione che ci mostrano una situazione di crescente difficoltà da parte degli uffici comunali nel gestire la sempre maggiore mole di lavoro che la ricostruzione comporta, appoggiandosi tuttavia su risorse che rimangono sempre le stesse. I centri storici di Novi, Rovereto e Sant’Antonio  – prosegue Mattia Fiorentini – presentano ancora, a distanza di tre anni e mezzo dal terremoto, l’immagine triste di fabbricati crollati o danneggiati  con tanta gente ancora fuori dalla propria abitazione. Una situazione davvero grave per non dire drammatica che abbiamo sollevato in tutte le sedi senza però ottenere  il necessario ascolto e la dovuta considerazione da parte del Comune e della Regione. L’annunciato inasprimento dei controlli sugli uffici tecnici dei comuni, unitamente alle vicine scadenze dei termini per presentare le pratiche per la ricostruzione da parte dei cittadini, non potrà che aggravare la situazione rischiando concretamente di portare il sistema a una vera e propria impasse. La burocrazia e la complessità delle procedure non comporta solo ritardi per i cittadini che attendono di rientrare in casa, ma anche costi aggiuntivi per tutti i contribuenti a causa del prolungarsi oltremodo dei lavori che, al ritmo attuale, dureranno ancora almeno altri cinque anni. La soluzione più semplice: semplificare a vantaggio dei cittadini, tagliando quella parte di procedure ridondanti e inutili. Ma queste semplici misure non sembrano incontrare il favore politico dei vertici comunali e regionali, tenuti evidentemente in scacco dai loro stessi tecnici.  
A nostro avviso – conclude Fiorentini – la necessità imprescindibile di garantire trasparenza e legalità non va per forza contro un sistema più efficiente e veloce, é solo questione di volontà politica. Questo sistema così lento e cervellotico sta portando al fallimento di molte di quelle imprese edili che avrebbero dovuto invece trovare respiro, proprio grazie alla ricostruzione. Non resta che sperare in un incremento delle risorse messe a disposizione da Regione e Governo, ipotesi che per ora sembra solo una delle tante promesse ripetute di continuo sui giornali”.
Cesare Pradella