Salgono da 44 a 61 i posti dedicati alla non autosufficienza presso la residenza per anziani Il Carpine di piazzale Donatori di Sangue dopo i lavori di riqualificazione e ampliamento.
“Nove dei 17 posti – ha spiegato il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli – saranno gestiti direttamente dal Distretto sanitario e cercheranno di rispondere alle richieste per anziani affetti da gravi disabilità acquisite; gli altri 8 saranno invece destinati a persone che soffrono di disturbi cognitivi importanti, come l’Alzheimer. Persone insomma che non possono essere accudite e curate né presso il proprio domicilio né tra le mura di un ospedale. Questa è oggi una struttura in grado di rispondere, con competenza e in sicurezza, alla complessità legata alla gestione, alla sorveglianza e all’accudimento di persone affette da patologie importanti e invalidanti”.
L’intervento al Carpine, costato 590mila euro, ha visto scendere in campo numerosi soggetti, pubblici e privati: “accanto ai 376mila euro provenienti dalle casse comunali e a un contributo regionale pari a 163mila euro, quest’opera è stata resa possibile grazie alla generosità di tanti, a partire dal mondo del volontariato. Per gli arredi e la ristrutturazione dell’immobile, infatti, – ha concluso il primo cittadino – parte della spesa è stata coperta grazie alle donazioni post-sisma dell’associazione Amici del Cibeno, del Comune di Vicopisano (Pi) e dell’Unione Lombarda dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati”.
Grande la soddisfazione di Gaetano De Vinco, presidente della coop sociale Domus Assistenza, alla quale è affidato in gestione il Carpine dopo l’accreditamento: “dopo tanti anni di presenza a Carpi, anche noi ci sentiamo un po’ carpigiani. Siamo davvero soddisfatti del proficuo rapporto di integrazione tra pubblico e privato con l’Amministrazione Comunale”.
“Questi diciassette posti possono sembrare poca cosa, in realtà – aggiunge l’assessore alle Politiche Sociali, Daniela Depietri – sono il frutto di un lavoro corale immane che si protrae da anni. Una nuova dotazione che risponde alle esigenze sempre più complesse del territorio. Un approccio nuovo che rappresenta la modernità della cura”.
Ed è proprio sul concetto di modernità che ha insistito a più riprese anche il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Massimo Annicchiarico: “questi nuovi posti dedicati alla non autosufficienza costituiscono l’ultima frontiera nel campo dell’assistenza. Non possiamo pensare al futuro senza tener conto delle crescenti fragilità e dei progressivi bisogni delle nostre comunità. E’ nostro compito rispondere all’individuo affetto da gravi patologie e, di conseguenza, alle famiglie. E’ in luoghi come questi che si può ricevere il meglio della cura, non nelle strutture ospedaliere. I nuovi posti letto del Carpine sono la risposta più moderna ai bisogni di assistenza del territorio. E’ questa la sanità che vogliamo”. D’altronde è anche l’unica plausibile, considerati l’insufficiente dotazione di posti letto ospedalieri di lungo degenza (a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione) e il costante depauperamento di risorse finanziarie e umane del nostro grande vecchio ospedale. Che la cura dei malati cronici debba essere de-ospedalizzata infatti, è più che altro un diktat, considerati gli alti costi, per la tenuta stessa del sistema sanitario nazionale. Ma questa è un’altra storia… Questi nuovi 17 posti rappresentano certamente un salto in avanti in termini di salvaguardia del diritto dei malati a ricevere cure adeguate in luoghi consoni. Siamo sulla buona strada, ma siamo solo all’inizio.
Jessica Bianchi