Quando nel 1977 arrivò sugli schermi Guerre stellari di George Lucas ero piuttosto giovane, ma non tanto ingenuo davanti a quello spettacolo fatto di luce, colore e con un sapore retrò che mal si conciliava col mio concetto di fantascienza. Ero invece stato folgorato, molti anni prima, appena maggiorenne, davanti al capolavoro di Stanley Kubrick, 2001 Odissea nello spazio. Per me la fantascienza era quella. Una storia al limite della parabola filosofica, raccontata secondo dettami altamente spettacolari ma “strettamente scientifici”. Infatti c’erano le tute spaziali a proteggere gli astronauti in assenza di atmosfera, un computer dai comportamenti umani a testimoniare l’alto grado di tecnologia raggiunto, stazioni spaziali rotanti a creare quel minimo di gravità necessaria a non galleggiare e permettere di fare addirittura jogging per non perdere la muscolatura, e la visionarietà necessaria a immaginare il viaggio interplanetario accompagnato da una colonna sonora che utilizzava la musica classica rivelandone le estreme potenzialità moderne. Guerre stellari invece era essenzialmente una favola confezionata coi canoni classici della commedia. I personaggi sono in fondo molto umani, hanno anche paura, sbagliano e cercano una soluzione, una possibile rivincita. Ci sono i buoni e i cattivi, con tutte le sfumature proprie della nostra vita e della quotidianità terrestre.
Protagonisti un manipolo di ribelli al comando di una giovane e bella principessa (i buoni): si oppongono allo strapotere dell’Impero galattico impersonato dall’ex-cavaliere jedi passato al nemico Dart Fener (il cattivo). La lotta è per sconfiggere la Morte nera, arma terribile dell’Impero. Ad aiutare i buoni intervengono il pimpante Luke Skywalker, l’anziano cavaliere jedi Obi Wan Kenobi, il freddo e ironico Jan Solo (Harrison Ford giovane e prestante). Una storia che poteva benissimo essere ambientata nel Medioevo coi suoi cavalieri erranti. Il futuro infatti è solo ambientale, uno sfondo. Ma l’avventura era vera e piacevole, divertente. Puro cinema di evasione, un western galattico coi saloon frequentati dagli esseri più strani, animali dalle sembianze umane e persone dai connotati bestiali. Un’umanità, se così possiamo chiamarla, molto diversificata che lasciava presagire un futuro popolato da individui dalle origini più diverse e remote. E questo era forse l’aspetto che più mi aveva entusiasmato. Ho seguito al cinema anche i due capitoli successivi: L’impero colpisce ancora del 1980 e Il ritorno dello Jedi visto alla Mostra di Venezia nel 1983. E ancora mi sono divertito, ma il sapore della commedia avventurosa prendeva sempre più corpo. La fantascienza era evidente solo negli inseguimenti e nelle “guerre stellari” tra velocissimi veicoli spaziali che provocavano rumorose esplosioni a non finire. E lì si comprende che la fantasia è al potere e la scienza lasciata oltre lo sfondo. Nello spazio vuoto infatti le deflagrazioni e le esplosioni sarebbero un pochino silenziose, non essendoci aria a trasmettere le onde sonore. Ma è un dettaglio che poco importa. Ai fini dello spettacolo un film muto non è proprio il massimo. Per consolarmi e riprendermi da tanto spreco visionario mi sono ri-guardato Blade runner, vero capolavoro firmato Ridley Scott, che riporta il genere fantascientifico alla sua essenza naturale profondamente umana. Comunque il risultato al botteghino e nel marchandising della trilogia sin qui prodotta ha probabilmente convinto la produzione a dar seguito al progetto iniziale che prevedeva sin dall’inizio nove episodi. Sono così stati fatti i prequel, cioè i film col racconto degli inizi della saga. Sono infatti usciti nel 1999 La minaccia fantasma (episodio 1), nel 2002 L’attacco dei cloni (episodio 2) e nel 2005 La vendetta dei Sith (episodio 3). Infine nel 2008, per completezza di informazione, è uscito The clone wars che cronologicamente potrebbe collocarsi tra il 2° e il 3° episodio. Poi la Lucas film è stata acquistata dalla Disney e la realizzazione del nuovo episodio in uscita è stata sottratta al suo creatore e ideatore. Vedremo così l’Episodio 7 – Il risveglio della forza con la regia di J.J.Abrams che ha rassicurato tutti affermando che il suo film non sarà un viaggio nostalgico nel passato, ma ricco di nuovi personaggi, in modo da non rendere necessario aver visto i capitoli precedenti per comprendere la nuova avventura. Questo è certamente rincuorante, possiamo quindi immergerci nel buio senza sensi di colpa per aver mancato alcune delle puntate precedenti. Buona visione quindi: e che la forza sia con voi!
Ivan Andreoli