Lo scivolone sull’Hospice

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Qui pro quo alla serata del Lions Club Carpi Host del 27 settembre scorso presso la Sala Parrocchiale di Quartirolo. Il meeting, dal tema Parliamo dell’Hospice, ha infatti generato qualche malinteso. Motivo del contendere? I denari. L’Hospice, lo ricordiamo, nasce nel mondo anglosassone e si rivolge a pazienti in fase avanzata di malattia. Ospita per lo più malati oncologici ma anche un 5-10% di persone affette da patologie fortemente invalidanti. Gli obiettivi di questa struttura sono molteplici: contenere e gestire i sintomi, in primis il dolore, migliorare la qualità della vita, consentire periodi di sollievo alle famiglie e ai care giver (il 30% dei pazienti rientra poi al proprio domicilio) e garantire la presenza di operatori estremamente qualificati e appositamente formati. “La mission dell’Hospice, infatti, è quella di prendere in carico globalmente il paziente, accudendolo e accompagnando in un momento molto difficile, della sua storia personale, ovvero la gestione del fine vita. Al centro dell’azione vi è sempre la persona con i suoi bisogni fisici, psicologici e spirituali”, hanno ribadito durante la serata il dottor Fabrizio Artioli, direttore dell’Unità Operativa di Oncologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi, il presidente dell’Associazione Malati Oncologici di Carpi, dottor Paolo Tosi (in foto) e la responsabile dell’Hospice Madonna dell’Uliveto di Albinea, Annamaria Marzi. Dopo quarant’anni spesi tra le corsie di un ospedale, ha aggiunto Paolo Tosi, “posso affermare con certezza che l’Hospice è una struttura necessaria per il nostro territorio”. L’Hospice dell’Area Nord, coi suoi 14 posti letto, dovrebbe sorgere in una posizione baricentrica tra Carpi e Mirandola – l’area individuata è quella dell’ex fornace di San Possidonio – e servire un bacino di circa 190mila utenti. “I tre soci fondatori, ovvero Amo di Carpi e Mirandola e Asp di Mirandola, una volta raggiunta la somma necessaria – l’opera costa 3 milioni e 200mila euro, di cui 900mila assicurati dai fondatori mentre la parte restante della cifra dovrebbe essere coperta dalle due Fondazioni di Mirandola (1 milione) e Carpi (oltre 1 milione) – daranno vita a una fondazione che gestirà l’Hospice”, conclude Paolo Tosi.  Tutti d’accordo sulla necessità di dare forma, dopo quindici anni di discussione, a questa meritoria struttura, quando si tirano le somme però, i conti, perlomeno al momento, non tornano. A causare il piccolo incidente diplomatico, nell’intento di spiegare come stavano le cose sul versante della Fondazione carpigiana, è stato il notaio, nonchè vice presidente dell’ente, Paolo Vincenzi, il quale ha parlato di “600mila euro stanziati dalla Fondazione per il 2016”.  Seicentomila euro che rappresentano però l’intero capitolo di spesa deliberato per il prossimo anno per quanto riguarda la voce sanità. Nel documento programmatico approvato dalla Fondazione Crc si fa riferimento al fatto che si sta seguendo il dibattito relativo all’Hospice, ma non compare nessuna delibera con cifre specificatamente indirizzate ad esso. Il presidente Giuseppe Schena è cauto: “A oggi nessun progetto Hospice è stato presentato sul nostro tavolo. I due distretti di Carpi e Mirandola, unitamente all’azienda sanitaria e alle due unioni dei comuni stanno lavorando: è chiaro che se il progetto arriverà, la Fondazione lo terrà in debita considerazione”.
Jessica Bianchi