Un felice e fecondo sodalizio

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All’interno della stagione teatro-danza-musica Vie festival 2015, sabato 17 ottobre (con replica il 18) ha debuttato al Teatro Comunale Luciano Pavarotti  di Modena  lo spettacolo Brevi danze giovanili da un’idea coreografica di Virgilio Sieni e con la musica della Corale Giuseppe Savani di Carpi diretta dal Maestro Giampaolo Violi.  E’ la quarta volta che il coreografo Sieni e la corale carpigiana si fondono per dar vita a creazioni  originali presentate in prima assoluta a Carpi, Firenze e  Bologna. In questa occasione, coordinate da Daina Pignatti e Gaia Germanà, si sono mosse sul palcoscenico del Comunale una settantina di persone, tra coristi e danzatori non professionisti  di età compresa tra gli undici e gli ottanta anni, per i quali, come afferma lo stesso  Sieni “l’imperfezione di ogni gesto diventa credibile perché veicola la loro realtà personale attraverso la struttura coreografica”. Suono e movimento, musica e gesto si sono fusi in uno spettacolo di cinquanta minuti durante il quale non era possibile percepire se fosse il gesto a sostenere il suono o il suono a sollecitare il movimento in un coinvolgimento totale. I danzatori hanno proposto movimenti e gesti in strutture complesse, ora rallentate e rituali, ora a scatti e slanci con elaborate progressioni secondo  l’ispirazione del coreografo Sieni. Il coro, come nei precedenti lavori insieme a Sieni, ha partecipato non solo con la voce, ma anche con azioni sceniche, a volte appariscenti come lo scuotimento alternato degli spartiti per simulare un ipotetico volo di farfalle oppure con cenni ironici di una danza tipo tip-tap, altre volte con  gesti lenti e intensi  in sincrono con il ritmo musicale. Un apprezzamento particolare, senza nulla togliere al valore culturale e spettacolare del progetto complessivo, va al maestro del coro Giampaolo Violi, per aver creato le musiche più appropriate con preziosi arrangiamenti di canzoni note o con brani inediti da lui stesso composti appositamente per l’evento.  Si aveva talvolta l’impressione che i suoni  si rincorressero come onde sul palcoscenico, con effetti stereofonici, ogni volta che il coro assumeva  diverse posizioni, ora allungato sui lati a battente, ora racchiuso a semicerchio a ridosso del fondale. “Uno spettacolo emozionante”, hanno detto numerosi spettatori, perché, forse, attraverso la molteplice e multiforme gestualità si è risvegliata l’antica memoria del loro stesso corpo.

 

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