“Essere in sicurezza. E’ questo l’impegno da assumere in modo responsabile”. L’assessore regionale alla ricostruzione Palma Costi torna al 2012, ai due terremoti che hanno devastato l’Emilia portando la morte anche nei luoghi di lavoro per ricordare che siamo territorio sismico e come tale ci dobbiamo regolare anche per le attività produttive.
Carpi si trova nelle condizioni più svantaggiate perché è fuori dalla zona che ha superato la soglia di scuotimento sismico ma è compresa fra i 43 comuni colpiti dal terremoto: laddove, come a Carpi, la sollecitazione del terremoto non è stata così forte, si deve procedere con la messa a norma dei fabbricati adeguandoli alla nuova normativa. Così ha deciso il legislatore (decreto legge 74) tracciando una linea che divide Carpi dalla frazione di Fossoli dove un capannone che non ha subito danni non richiede ulteriori interventi perché si intende già collaudato dalla natura. Dunque, in base alle mappe di scuotimento, i capannoni che a Carpi non hanno avuto danni e per i quali si è provveduto a fare l’agibilità sismica provvisoria adesso devono essere sottoposti a un oneroso intervento di miglioramento sismico. “Si tratta – ribadisce la Costi – di una norma a tutela delle vite umane in un’area dove abbiamo avuto non uno bensì due terremoti e un lunghissimo sciame sismico. Il nostro obiettivo è la sicurezza. Non possiamo pensare di mettere in discussione la zonizzazione realizzata da Ingv secondo criteri tecnici e oggettivi ma, allo stesso tempo, comprendiamo la difficoltà di quei territori di confine in cui una parte è dentro alla zona di massima accelerazione e una parte no”. Per le imprese e i capannoni che non hanno riportato danni – e sono al di fuori delle zone di massimo scuotimento – i Comuni faranno una ricognizione nel proprio territorio. “Un passo per non perdere nessuna delle attività d’impresa che oggi avvertono queste difficoltà. Perciò continueremo a lavorare, assieme ai Comuni, per trovare risposte concrete” ribadisce la Costi.
Nel mese di dicembre è stato fissato il termine ultimo per depositare la verifica di sicurezza relativa agli immobili, “una sorta di certificazione sullo stato dell’immobile”: se il livello è compreso tra il 30 e il 60 per cento di sicurezza, il proprietario avrà otto anni di tempo per adeguarsi, al di sotto di tale livello, il proprietario è tenuto a effettuare l’intervento di miglioramento sismico entro quattro anni.
Se da un lato è l’occasione per adeguare le sedi produttive, d’altro canto risulta fortemente penalizzante per Carpi in questo momento economico perché non è possibile gravare ulteriormente sulle tasche di chi è già provato dalla crisi economica.
Su questo fronte l’assessore Palma Costi assicura che, pur non potendo accedere ai contributi post terremoto, i proprietari di capannoni “non verranno lasciati soli. Per permettere alle imprese di rispondere effettivamente alle esigenze di adeguamento è stato individuato lo strumento del bando Inail da modificare in base alle richieste che la Regione Emilia Romagna ha inoltrato al Governo: la copertura del 100% della spesa, l’innalzamento del massimale e la possibilità di accesso al bando anche per le società immobiliari senza dipendenti”. Al bando Inail hanno già avuto accesso le aziende che detengono la proprietà dell’immobile in cui hanno sede: sono state 965 le domande presentate per accedere al bando Inail e 760 i decreti di contributo approvati per un totale di 25 milioni di euro.
“Nel caso in cui dovesse verificarsi un’altra scossa, non dovranno più esserci vittime all’interno dei capannoni: è un impegno che va assunto in modo responsabile” conclude la Costi.
Sara Gelli