La pianista che ha conquistato Londra

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La pianista Stefania Passamonte è diventata nel giro di breve tempo una delle punte di diamante del panorama concertistico internazionale. Era il 2003 quando si trasferì a Londra per frequentare la prestigiosa Royal Academy of Music da cui venne selezionata tra oltre 1.800 aspiranti: da allora ha collezionato numerosi album, concerti in tutto il mondo e piazzamenti di rilievo ai più importanti premi della musica tra cui i Grammy Awards.
Attualmente sta ultimando la registrazione del suo ultimo disco dal titolo La Tempesta e ha assunto la direzione dei concerti dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra.
Nel giro di breve tempo hai creato un’accademia di musica che organizza masterclass internazionali al Royal College of Music, e una casa discografica con cui hai pubblicato diversi album che ti hanno portato sul tappeto rosso dei Grammy’s e dei Classic BRITS Awards. Come sei riuscita a raggiungere questi risultati? Pensi che in Italia sarebbe stato possibile?
“Londra è enorme e piena di talenti. E’ una città che gira rapidamente come un vortice inesorabile, cosicché, se non si è respinti a causa della forza centripeta di una società che non aspetta, prima o poi ci si incontra, e progetti inimmaginabili prendono vita.  In Italia questo movimento è frenato da una struttura sociale e burocratica rigida, per cui con tanta tenacia avrei forse potuto fare altrettanto, ma sicuramente non in breve tempo”.
Sei da poco stata scelta come direttore della stagione concertistica dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra. Come gestisci la promozione della cultura italiana nella capitale inglese?
“L’Istituto Italiano di Londra compie un lavoro ammirevole per riuscire a bilanciare un’offerta molteplice e innovativa che rispecchi i mille aspetti della cultura italiana. Per quanto riguarda la musica, di cui mi occupo personalmente, la scelta dei concertisti è basata principalmente su talenti internazionali che non hanno ancora debuttato a Londra.  Infatti, molti musicisti italiani di talento non riescono a suonare a Londra perché la capitale inglese, punto di incontro tra le agenzie più importanti al mondo, si ritrova con stagioni concertistiche programmate con oltre cinque anni di anticipo, e spesso non lasciano spazio ad artisti esterni al circuito.  Il mio compito è dunque creare un ponte tra Italia e Inghilterra per far conoscere i talenti italiani più promettenti”.
Puoi anticiparci qualcosa riguardo al tuo nuovo disco “La Tempesta”?
“Sarà un travolgente confronto tra le sonate di Beethoven, Chopin e Scriabin composte fatalmente a ispirazione reciproca. Nel frattempo, a breve, uscirà anche il disco Beethoven Romance in collaborazione con il magnifico violinista Roberto Cani, vincitore del Premio Paganini e ora primo violino dell’Opera di Los Angeles, conosciuto per caso a Londra tramite amicizie in comune. Si tratta di un disco che racconta la storia d’amore di Beethoven e la nostra per lui”.
Sei un talento dalle molte risorse. Hai altri progetti in cantiere?
“Altri progetti includono una collaborazione con il direttore d’orchestra modenese Stefano Seghedoni e il Teatro dell’Opera di Varna per un triangolo di masterclass per pianoforte, opera e direzione d’orchestra che creerà un ponte tra alcune delle città più belle e artistiche d’Europa.  A questo si aggiungerà una mia tournée in Asia, e il mio debutto americano con il terzo Concerto di Beethoven”.
Sono 12 anni che vivi a Londra, dove hai formato anche una splendida famiglia. Il tuo futuro è ormai consolidato nel Regno Unito o nutri la speranza di tornare in Italia un giorno?
“Mio marito è americano, e come gli inglesi sogna di trasferirsi a vivere “la dolce vita” in Italia. Personalmente vivo ogni giorno con la nostalgia di Modena e Carpi, ma la realtà è che Londra mi ammalia ogni giorno con opportunità nuove e  irrinunciabili, per cui credo non sarà facile lasciarla a breve termine”.
Come vedi il nostro Paese e come viene rappresentato dai media inglesi?
“I media inglesi offrono un quadro molto variegato dell’Italia: o ne parlano con ammirazione esaltandolo con programmi di cucina e di storia dell’arte, tessendo le lodi del cinema e di kermesse internazionali come il Festival di Venezia, o ne parlano per stupirsi delle nostre disavventure politiche e calcistiche.  Tuttavia gli inglesi non sanno che l’Italia è e sarà sempre fortissima, perchè sostenuta da un valore che solo lì è così forte e generoso: la famiglia. Ed questo che aiuterà l’Italia a superare la crisi”.
C’è un sogno che vorresti ancora realizzare?
“Veramente, non dovrei parlare di sogni da realizzare, io che sono stata così fortunata da realizzarne tanti, incluso suonare al magnifico Teatro Pavarotti di Modena con i miei compagni d’infanzia musicale per il 150emo del nostro conservatorio di musica. Ma in stretta confidenza, ho in serbo alcuni sogni che potrebbero realizzarsi a breve. Non posso dirli per scaramanzia ma, se si avverano, prometto che sarete i primi a saperlo”.
Chiara Sorrentino

 

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