Abbattere le liste d’attesa: con quali medici?

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Sul fronte delle prestazioni specialistiche, l’Aziendal Usl di Modena è il fanalino di coda della Regione Emilia Romagna. Un triste primato a cui, naturalmente, non sfugge nemmeno il nostro grande vecchio, l’Ospedale Ramazzini di Carpi. In questo caso, sotto accusa non sono le vetuste mura, bensì i tempi d’attesa sempre più dilatati per accedere – quando va bene – a una vista specialistica.  Lo stato di salute della sanità pubblica cittadina è desolante: il tempo medio per ottenere una visita oculistica in ospedale è di oltre tre mesi! Nel 2013 è stato soddisfatto il 57% delle richieste di Tac alla testa (dato aziendale), mentre nel 2014 la percentuale è scesa al 18%.  E, ancora, sono oltre 100 le persone che, ogni giorno, si recano fuori regione per sottoporsi a una risonanza magnetica! Malgrado la crisi abbia fatto registrare un calo, a livello regionale, del 15-18% nel numero delle visite, poiché sempre più famiglie non sono in grado di sostenere l’onere del ticket sanitario, la domanda resta sempre troppo alta e il sistema sanitario pubblico incapace di farvi fronte in tempi ragionevoli. La Regione ora corre ai ripari e stila un piano  per abbattere drasticamente le liste d’attesa. Come? Ambulatori aperti il sabato e la domenica in ogni distretto. Possibilità di accedere senza prenotazione ai centri prelievo. Meno burocrazia, con agende più semplici e trasparenti. Pagamento del ticket per chi non disdice. Blocco della libera professione nel caso in cui i tempi d’attesa siano fuori controllo.  “Consapevoli che le liste d’attesa rappresentano il ‘tema dei temi’ per i cittadini, proseguiremo giorno per giorno con le Aziende affinché si possa raggiungere l’obiettivo fissato già a fine anno. Reggio Emilia e Parma sono già in linea ”, assicura l’assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi. L’obiettivo dichiarato dalla politica è quello di garantire, per fine anno, almeno il 90% delle prestazioni entro 30 giorni dalla richiesta nel caso delle prime visite ed entro 60 per le prestazioni strumentali.
Assessore, per abbattere le liste d’attesa intendete puntare sull’apertura dei servizi per visite ed esami anche la domenica. Con quali risorse umane in considerazione del fatto che tanti nosocomi sono alle prese con una cronica mancanza di personale?
“Il superamento delle criticità passa attraverso il reclutamento di nuovi professionisti: per questo, il piano mette a disposizione 10 milioni di euro. Saranno le aziende a dover stabilire come, attraverso le relazioni sindacali con i medici. Se riusciremo a raggiungere gli obiettivi prefissati quest’anno e a consolidarli il prossimo, saremo in grado di stabilizzare un paio di centinaia di posti di lavoro: giovani generazioni di medici saranno così inseriti di ruolo nei vari ospedali. Ce ne sarebbe molto bisogno”.
L’abbattimento delle liste d’attesa passerebbe anche per un aumento delle attività del privato accreditato. E’ sempre più evidente come il pubblico da solo non possa più far fronte all’enorme mole di richieste. Puntare a una maggiore integrazione tra pubblico e privato è l’unica strada per la tenuta del nostro sistema sanitario?
“Il privato convenzionato è più flessibile del pubblico poiché ha a disposizione strumenti  maggiori, anche di riconversione di risorse. Abbiamo chiesto ai privati, in particolare sulle risonanze magnetiche, di aiutarci a tenere in Emilia Romagna quei cittadini che oggi sono costretti a recarsi fuori regione per sottoporsi a tali esami. Questa è la scommessa che vogliamo fare col privato accreditato: siamo disposti a far fare molta attività ai privati a patto che ci sia una ricaduta positiva sui cittadini”.
Prevista anche la sospensione della libera professione dei medici all’interno dei reparti nel caso vi sia una differenza eccessiva tra i tempi d’attesa per le visite in regime normale e quelle a pagamento. Conferma?
“Quando all’interno di una struttura vi sono più prestazioni fatte in libera professione rispetto al regime istituzionale, vi è una legge di stato che prevede la sospensione della libera professione. Qualora si dovesse verificare tale fenomeno abbiamo dato mandato alle aziende di intervenire poiché il fatto che ci siano tempi di attesa molto differenti rappresenta un fatto stridente e spiacevole”.
Per ridurre i tempi di attesa si prescriveranno meno prestazioni specialistiche?
“Per evitare esami inutili, sarà rafforzata la collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti i quali devono dialogare maggiormente. Oggi si prescrive in eccesso e ci si rimpalla responsabilità, così come è un dato di fatto che vi siano luoghi non troppo qualificati nei quali vengono effettuati esami, poi da ripetere”.
E infine la Regione avverte: i cittadini che non si presenteranno per effettuare visite già prenotate dovranno comunque ottemperare al pagamento del ticket.
“Nel momento in cui non viene esercitato il diritto di accesso a una visita – conclude l’assessore Venturi – lo si nega a qualcun altro”. Un comportamento che dev’essere punito.
Jessica Bianchi
 

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