I Guidati dal Lambrusco hanno comunicato la loro decisione. Sofferta. Al Braglia, loro, non ci saranno: “dopo quasi trent’anni, non avendo una casa, non ci sarà il nostro tifo e calore casalingo”.
“Siamo tifosi appassionati – hanno scritto in un comunicato stampa – non semplici spettatori, non ci interessa essere solo fruitori di uno spettacolo sportivo. Per noi lo sport non è solo la partita, è molto di più, è aggregazione, socialità… è sentirsi parte di una comunità, allo stadio e in città, e questo non si riduce ai soli 90 minuti in campo”. Sotto accusa l’Amministrazione Comunale: “il concetto espresso dal Comune che la società sportiva è cresciuta troppo in fretta è inaccettabile anche perché la cronica mancanza (e vetustà) delle strutture sportive di livello della città è sotto gli occhi di tutti, come sono conosciute le società che hanno dovuto migrare…”. Parole dure anche per il club biancorosso: “l’esilio scelto dalla società sarà almeno biennale e sul tavolo non c’è nessun tipo di progetto per il rientro in città, a prescindere dalla categoria”. Il gruppo ultras si dichiara però pronto a ridiscutere la propria decisione qualora “Comune e Società presentino un progetto serio per riportare il Carpi calcio a casa sua, cogliendo magari l’occasione per sistemare almeno il Cabassi”. Il comunicato dei GdL, letto in occasione della festa Fiumi di birra & Km di salsiccia, dopo aver incoraggiato i tifosi a disertare le partite che si disputeranno a Modena, si conclude con un invito: “vorremmo almeno chiedere a chi deciderà di andare, di non fare l’abbonamento, sperando che questo serva per tornare a casa il prima possibile. D’altronde l’abbonamento si fa per le partite in casa e noi, una casa, non ce l’abbiamo”. La risposta del patron Stefano Bonacini è laconica:“chi ama il Carpi sa che per giocare un campionato di Serie A, uno stadio non lo si poteva costruire in tre mesi. La condizione più facile e ottimale era giocare in un campo a 20 – 30 chilometri. Se uno non viene o non si abbona è un problema suo”. Opinabile o no, la decisione dei GdL farà certamente male a qualcuno che, sinora, ce l’ha messa proprio tutta: la squadra!
Jessica Bianchi