La scelta

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L’unica notizia della settimana post-atomica è la ratifica di una decisione presa ormai da tempo: il Carpi sbarcherà in serie A nell’esilio più comodo e però anche più ostile, lo stadio Renato Braglia. Queste le cifre e le condizioni di locazione: al netto di imposte e tasse, il Comune di Modena (che pagherà interamente il rifacimento del campo e altre opere secondarie ma necessarie per ottenere l’idoneità federale) incasserà 360mila Euro (210 subito, 150 entro il termine della stagione 2016/2017), tassativi, indipendentemente dall’eventuale recesso entro i due anni; al Modena, invece, ne andranno fino a 340mila, non tutti garantiti, ma in proporzione al numero di gare di campionato e coppa Italia che verranno disputate nel biennio.
L’annuncio del sostituto ds invece è atteso nel weekend.
I FAVORITI – L’aspetto più rilevante, ovviamente, non è l’incertezza sul nome ma sul tipo di profilo. È questo l’argomento di discussione. Sean Sogliano costruisce squadre, non necessariamente sovrastrutture. Ha lavorato benissimo a Varese e Verona sullo scouting. Ha eccellenti canali, ottima reputazione, buona conoscenza della categoria, grandissime capacità relazionali, motivazionali e di negoziazione. Sul mercato e sul campo somiglia molto a Giuntoli per quanta autonomia pretende e per come dimostra di meritarla. Dopodiché, tutto il resto del mastodontico lavoro di organizzazione e amministrazione che Giuntoli governava, non necessariamente è affar suo. Tende infatti a delegare le questioni di scrivania, a vivere più fuori dalla sede che dentro. È, in sostanza, un direttore sportivo duro e puro, un capo dell’area tecnica che sa far pesare grande personalità e grandi competenze nella sua sfera d’azione, quasi esclusivamente orientata sull’area tecnica. Per convincerlo, dunque, servono determinate condizioni di budget e di staff. Stefano Marchetti, invece, avanza meno pretese. Dà l’idea di porsi con meno audacia e molta più arte del compromesso. Al contrario di Sogliano è un debuttante in A. E al contrario di Sogliano è un logista, un burocrate, un capufficio che sa anche essere ufficio. La sua specialità non è scoprire giocatori prima degli altri, ma individuare quelli già utili e determinare le condizioni affinché arrivino. È, in pratica, un vero e proprio direttore generale, di quelli che mettono un’impronta personale, con continuità, su tutti gli ambiti della vita di una società. Altrimenti non si spiegherebbe il Cittadella come realtà di B per così tanto tempo. Senza un uomo che sappia sostituirsi allo schema di un’azienda, certe piccole realtà di calcio, senza tradizione e senza bacino d’utenza alle spalle, non possono resistere a lungo sui grandi palcoscenici.
GLI OUTSIDER – Tra gli outsider più quotati: Giancarlo Romairone e Filippo Fusco. Volendo estremizzarne la sintesi: sono profili e curriculum medio proporzionali tra i due favoriti, sia nelle attitudini che nei valori. In larga approssimazione: Romairone ricalca maggiormente Sogliano, e Fusco Marchetti.
Non sono da escludere sorprese. Ma è verosimile che la scelta cadrà su uno di questi 4. In ogni caso, siamo a una rosa di candidati agli antipodi. L’idea che passa è che non s’intuisce una linea e non c’è univocità. Bensì i cabotaggi di una navigazione a vista, il sondaggio di tutte le coste possibili senza ancora un’idea della rotta da tenere in mare aperto. Senza essersi ancora ben immaginati che tipo di Carpi sarà dopo Giuntoli. Senza aver stabilito quanto e come si è disposti a spendere per ripensare l’organigramma. E, allo stesso tempo, se e quali di queste risorse verranno negate al rinforzamento della squadra.
Comunque, un bocca al lupo interessato, dunque sincero, a Bonacini che deve scegliere. E, ovviamente, anche alla sua scelta, chiunque sia.
Enrico Gualtieri

 

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