Cittadini unitevi per riportare la sicurezza

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“La vita qui è diventata insostenibile. Per questo motivo abbiamo deciso di unire le forze con l’obiettivo di ripristinare l’ordine, la sicurezza e la legalità nel quartiere a ridosso dell’Ospedale, da troppo tempo preso di mira da ladri e malviventi”. A parlare sono i carpigiani Ruggero Ferrari, Angela Tampellini e Cecilia Reggiani che, dopo mesi di lavoro, sono riusciti a raccogliere oltre 100 firme di residenti ed esercenti e a presentare una petizione al Comune di Carpi. “Oltre l’80 percento delle persone che hanno firmato è stato vittima di almeno un furto negli ultimi anni”, spiegano i tre intraprendenti ed esasperati cittadini. “Dopo aver subito un furto – prosegue Angela – e la violazione del tuo nido, il tuo approdo sicuro, tutto cambia. Vivi nella paura, nell’insicurezza. Ogni volta che esci di casa controlli di aver serrato porte e finestre e, quando rientri, verifichi nuovamente che ogni stanza sia in ordine. Osservi chiunque passi per la strada con sospetto e circospezione. Sempre all’erta. In allarme. Non si può vivere in questo modo”.  Malgrado le Forze dell’Ordine neghino una recrudescenza di reati predatori nel quartiere, i cittadini hanno deciso di serrare i ranghi e fare qualcosa: “parlando coi nostri vicini abbiamo notato quanto sia radicato un generalizzato e profondo senso di sfiducia nei confronti delle autorità e delle istituzioni. Molti sono talmente rassegnati da non denunciare nemmeno più i furti o gli atti vandalici subiti”, aggiunge Ruggero. Nella petizione, protocollata lo scorso 8 giugno, si chiede un “maggiore controllo in seguito all’intensificarsi di furti con scasso” affinché venga garantito “il diritto alla sicurezza dei residenti” i quali non debbono essere abbandonati e “lasciati soli” dalle istituzioni. “Per ripristinare la legalità e la sicurezza della zona noi siamo disposti a porci quali interlocutori preferenziali con le autorità comunali e le Forze dell’Ordine. Il nostro vuol essere un atteggiamento propositivo e dialogante”, assicura Cecilia. E il primo obiettivo i tre agguerriti cittadini lo hanno già ottenuto: “siamo stati accolti dall’assessore con delega alla Polizia Municipale, Cesare Galantini, e dal sindaco Alberto Bellelli i quali si sono dimostrati collaborativi e ben disposti. Il 30 giugno, alle 20.45, presso la Sala del Consiglio Comunale di Palazzo Scacchetti, si terrà un’assemblea pubblica per illustrare alcune proposte concrete tese ad arginare il preoccupante aumento del numero di furti che sta colpendo la città”. Tra le papabili soluzioni infatti, vi sarebbe quella di attivare, nelle vie a ridosso del Ramazzini, il progetto Controllo di Vicinato, già presentato a Novi di Modena e a Rovereto dal criminologo Francesco Caccetta. Uno strumento articolato che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini e la cooperazione con le Forze dell’Ordine, come elementi fondamentali per ridurre il verificarsi di reati contro la proprietà e le persone. Prevenzione e cooperazione, queste le parole chiave del progetto, il cui obiettivo dichiarato è quello di dar vita in ogni quartiere a una rete di vigilanza, strutturata nella forma ma spontanea nell’impegno, al fine di sorvegliare il territorio e segnalare tempestivamente eventuali situazioni sospette. “Il recupero della coesione sociale, l’eliminazione delle proprie vulnerabilità ambientali e comportamentali e la capacità di fare segnalazioni qualificate alle Forze dell’Ordine sono i punti di forza del successo di questo progetto già attivo in tante città italiane”, ha spiegato il criminologo Caccetta. “Noi siamo disposti a fare la nostra parte. A piccoli passi. Il tema della sicurezza è quello che ci sta più a cuore. Ora partiamo da qui poi, in futuro – concludono Angela, Cecilia e Ruggero –  potremmo anche farci carico di altre problematiche del quartiere. Ciò che conta è azzerare le distanze, riallacciare un dialogo con le istituzioni e restituire fiducia e speranza alla cittadinanza. Il progetto di Controllo di vicinato può essere una tessera del puzzle ma, oltre ad auspicare la partecipazione e il protagonismo della gente noi chiediamo un controllo massiccio delle Forze dell’Ordine”. Un quartiere, quello che si sviluppa aldilà di via Berengario, caratterizzato perlopiù da case singole e piccole palazzine. L’ideale per far decollare in via sperimentale nuove forme di vigilanza che prevedano la partecipazione attiva dei residenti.
Jessica Bianchi