Nomadi: “nessuna certezza”

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Dieci mesi. Questo il tempo massimo concesso alle famiglie Sinti per sostare nell’area dietro la Piscina – e a Cortile – dopo lo sgombero del campo di via Nuova Ponente dell’aprile dello scorso anno. L’ordinanza emessa dall’ex sindaco Campedelli,  ultimo colpo di coda del suo mandato, e pienamente condivisa dal successore Bellelli, è scaduta ma nulla è cambiato. L’Amministrazione – lo ricordiamo – ha speso oltre 90mila euro per attrezzare l’area ghiaiata confinante col Piazzale fieristico e l’area cortiliva dell’ex scuola di Cortile e la partita è tutt’altro che risolta. L’assessore alle Politiche Sociali Daniela Depietri è lapidaria: “le soluzioni trovate sono temporanee e, in quanto tali, devono essere risolte”. Non ora però, perché di soluzioni non vi è ancora nessuna traccia.  Il rischio che il “campo” in zona fiera, dove vivono 45 Sinti, (30 a Cortile) rimanga ancora a lungo è tutt’altro che una possibilità remota. “E’ già un grande risultato – ammette Depietri – che dopo le difficoltà iniziali, le famiglie siano regolari nel pagamento delle utenze e, quindi, autonome”. Insomma, come ammette amaramente, l’assessore Depietri “certezze non ve ne sono”. Nel frattempo la Giunta Bellelli aspetta con ansia che il progetto di legge regionale per il superamento dei campi nomadi (che modifica le Norme per le minoranze nomadi in EmiliaRomagna – L.r. 47/1988) venga ratificato. Il disegno di legge prevede l’abrogazione di una serie di articoli del testo vigente che riguardano le aree di sosta, comprese quelle a destinazione speciale, e le aree di transito dei nomadi.
“Uno strumento prezioso che ci consentirebbe di favorire progetti di autonomia delle famiglie Sinti e grazie al quale, probabilmente, si sbloccheranno anche delle risorse”, spiega Daniela Depietri.
L’iter burocratico però è lungo: “il disegno di legge dev’essere discusso in due commissioni prima di approdare in assemblea legislativa. Temo pertanto che dovremo aspettare la fine dell’anno per veder ratificare la legge”. Le strade che i nomadi possono percorrere sono due: “scegliere di vivere tra quattro mura oppure porre la propria mobil home su un terreno di proprietà.
Nessun campo sarà più tollerato ma abbiamo bisogno dell’aiuto della Regione – prosegue l’assessore – perché con le nostre sole forze non ce la facciamo”. Una cosa è quindi certa: almeno fino alla fine del 2015 i Sinti resteranno dove sono. Dopodiché aspettiamo fatti. Concreti. Azioni che, di certo, verranno sollecitate dal gestore della nuova Piscina Comunale (Coopernuoto).  Probabilmente consegnato alla città a luglio, il nuovo impianto natatorio quest’anno vedrà in parte compromessa la propria stagione estiva e, di conseguenza, Coopernuoto potrebbe chiudere un occhio sulla vicinanza del campo ma, nel 2016, se la situazione non cambierà, il rischio che Coopernuoto accusi il Comune di Carpi di non introitare quanto previsto dal proprio business plan durante la stagione estiva è pressoché una certezza.
Jessica Bianchi

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