Certo per cantar vittoria c’è ancora tempo ma, di fatto, una notizia è giunta ad allietarci. Il Comune di Carpi e Aimag hanno presentato un piano pluriennale di interventi step by step per sostituire in toto gli oltre 200 chilometri di tubature in eternit della nostra obsoleta rete idrica. Costo complessivo dell’operazione: 70 milioni di euro (50 milioni per le opere di sostituzione e 20 per i nuovi allacciamenti) da spalmare in dieci anni. Alla lieta novella si somma però la classica nota stonata: la mancanza di risorse. Questione certamente non trascurabile: “Atersir, l’ente di regolazione regionale del servizio idrico, non può autorizzare investimenti di tale portata per la ricaduta che avrebbero sulle tariffe dei cittadini e, d’altra parte, i bilanci dell’Amministrazione non prevedono i fondi necessari. Con Piani di investimento annui di 6, 7 milioni di euro non siamo in grado di farcela da soli, ecco perché è nostra intenzione bussare a ogni porta. In caso contrario, per i prossimi due lustri, anziché potare gli alberi (ndr poco) o chiudere le buche lungo le strade ci limiteremo soltanto a sostituire tubi”, ha sottolineato l’assessore all’Ambiente, Simone Tosi. Una cifra importante che non può essere sostenuta attraverso “il ricarico in bolletta o strumenti fiscali ordinari”, ha aggiunto il sindaco Alberto Bellelli, impegnato in questi giorni a spedire lettere, veri e propri appelli accorati, al premier Renzi, al presidente della Regione Stefano Bonaccini e ai parlamentari modenesi eletti a Bruxelles. “Il nostro fine è quello di capire quante risorse possiamo intercettare grazie a bandi europei e a finanziamenti post sisma. Ricordiamo infatti – prosegue il primo cittadino – che prima del terremoto del maggio 2012 la nostra rete idrica non presentava rilasci di fibre d’amianto. E’ dunque incontrovertibile che il sisma l’abbia danneggiata”. Avanzata anche l’ipotesi di istituire, “concordandola con la cittadinanza, una tassa di scopo” per assicurare la necessaria copertura economica. Onere che, a spanne, potrebbe ammontare, complessivamente, a circa 230 euro a utenza (le utenze del servizio idrico a Carpi sono circa 30mila). Ma da dove iniziare? “La priorità è la rete di adduzione Fontana di Rubiera – Carpi, ovvero le due condotte 350 e 600 (la prima risalente agli Anni Cinquanta e la seconda alla fine degli Anni Settanta) e poi la rete di distribuzione cittadina, divisa in 18 zone, al fine di ridurre al minimo i disagi alla circolazione e alla cittadinanza”, ha spiegato Davide De Battisti, dirigente del Servizio Idrico Integrato di Aimag. La complessità dell’intervento è stata poi sottolineata dal presidente di Aimag, Mirco Arletti: “sostituire 218 chilometri di rete idrica in dieci anni significa rimetterne a dimora circa 20 l’anno. Tutto è possibile ma, certamente, dobbiamo essere consci che tale operazione metterà letteralmente sottosopra la città”.
Jessica Bianchi