Sono sempre di più i ragazzi che scelgono di studiare all’estero. Che sia per un anno, per qualche mese o per un intero percorso di studi, si fa largo l’idea che imparare una o più lingue e arricchire il proprio curriculum con un’esperienza in un Paese straniero faccia davvero la differenza nell’inserimento nel mondo del lavoro.
In particolare, negli ultimi anni, c’è stato un vero e proprio boom di partenze con il progetto Erasmus. Tra queste vi è anche quella della carpigiana Martina Bonaccini, classe 1990: dopo il diploma al liceo scientifico linguistico e la laurea triennale in Civiltà e lingue straniere moderne, si è iscritta all’Università di lingue di Bologna e ha scelto, come meta del suo scambio, universitario Vienna.
Quando hai sentito il desiderio di partecipare al noto programma di scambio universitario della comunità europea?
“L’esperienza dell’Erasmus mi affascina da sempre, ma un po’ per paura e un po’ per questioni economiche non ci avevo mai pensato seriamente. Eppure l’Erasmus continuava a essere un chiodo fisso e, dopo 4 anni di tentennamenti, finalmente all’inizio dell’anno scorso mi sono decisa a iscrivermi al bando, facendo domanda per Berlino e Vienna, entrambe città tedescofone perché la motivazione maggiore che mi ha spinta a candidarmi è stata la volontà di migliorare la mia conoscenza della lingua tedesca. Avevo lavorato molto nell’ultimo anno per cercare di mettere da parte abbastanza soldi, e dopo aver vinto entrambi i bandi e aver superato un po’ di ansie e timori grazie al sostegno dei miei familiari e amici, ho deciso di partire per Vienna: una città da sogno e molto più vicina rispetto alla capitale tedesca”.
E’ stato difficile ambientarsi?
“Dal punto di vista della nuova città non è stato difficile. Vienna è una città molto grande, ma facile da girare. I trasporti sono organizzati molto bene e, inoltre, io abito in un appartamento vicino al centro e all’università quindi, con le belle giornate, riesco a muovermi anche a piedi raggiungendo tutto in breve tempo. Invece, è stato un po’ più impegnativo adattarsi al loro sistema universitario. Quando si partecipa all’Erasmus la cosa più importante è trovare corsi che vengano riconosciuti come esami anche nel proprio piano di studi in Italia. Da questo punto di vista non è stato affatto facile, in quanto non vi è corrispondenza tra crediti e mole di studio tra gli esami in Italia e quelli in Austria. A Vienna, ad esempio, un esame di letteratura tedesca vale 4 crediti mentre a Bologna 9, e così, per verbalizzare un esame italiano, qui sono costretta a farne due. Un altro aspetto che non mi è piaciuto è stata la scortesia di molti professori nei confronti di noi studenti Erasmus. Solitamente gli studenti stranieri dovrebbero avere la possibilità di frequentare qualsiasi corso, purché inerente al proprio percorso formativo, anche quelli a numero chiuso e magari ricevere un minimo di aiuto.
Invece, qui a Vienna gli esami sono esattamente uguali per tutti e un errore grammaticale pesa come un errore concettuale. Inoltre non sono stata accettata a quei corsi che erano a numero chiuso e mi sono dovuta accontentare di lezioni che mi interessavano un po’ meno”.
Come si svolge la tua vita lì?
“Oltre alla classica vita da studentessa universitaria a cui ero abituata, qui mi ritrovo a vivere anche da turista che viene da una piccola città ed è incuriosita da tutte le attrazioni di una metropoli come Vienna. Pertanto mi divido tra le lezioni, lo studio a casa o in biblioteca, qualche uscita tra amiche, shopping e, soprattutto, tante visite ai luoghi più belli della città: musei, castelli e quartieri meno conosciuti. Vienna è una città che, dal punto di vista artistico-culturale, ha veramente tanto da offrire. E’ stupenda”.
Cosa ti sta dando questa esperienza a Vienna?
“La maturità. Quella vera che si raggiunge solo quando si inizia davvero a cavarsela da soli in tutto e per tutto. Sono sempre stata una ragazza abbastanza autonoma e indipendente ma, comunque, con una famiglia vicina su cui poter contare in qualsiasi momento in caso di bisogno. Invece, vivendo a 800 chilometri da casa, ho imparato davvero che cosa significa farcela completamente da soli. E’ stata una sfida che ho vinto e mi ha permesso di acquisire completa fiducia in me stessa”.
Si sente anche lì la crisi?
“No, qui a Vienna non sanno cosa sia! I negozi chiudono rigorosamente alle 19, al sabato fanno mezza giornata, solo le grandi catene rimangono aperte tutto il giorno. I supermercati al sabato chiudono alle 18. I ristoranti alla sera intorno alle 22 si svuotano, e alla domenica Vienna sembra una città fantasma, in cui tutti i negozi e i centri commerciali sono chiusi. Si può trovare qualche bar o qualche pasticceria aperta, ma solo nelle zone più turistiche”.
Hai intenzione di trasferirti a vivere definitivamente all’estero?
“Al momento non è tra le mie intenzioni. Troppi affetti mi legano alla mia città e credo ancora nell’Italia e nel fatto che per i giovani come me un futuro possa esserci, magari non subito roseo, però qualcosa si muoverà”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“Prima di tutto terminare gli ultimi esami e laurearmi. Poi, ovviamente, trovare un lavoro che mi permetta di essere completamente autonoma e abbia a che fare con le lingue straniere. Con i problemi che ci sono al giorno d’oggi nel trovare un impiego, non ho pretese, anche se il mio sogno nel cassetto è quello di diventare un’insegnante e, forse, prima o poi riuscirò a realizzarlo”.
Chiara Sorrentino