Solo l’inverno ferma il Carpi, dominatore della Serie B, in pausa fino al prossimo weekend. I giocatori sono ai box per ricaricare batterie e serbatoio (la preparazione è iniziata il 6; il campionato ripartirà dal Livorno domenica 18, ore 18). Alla società, invece, non sono concesse soste. E’ attiva sul mercato (in uscita Ricci, Pape Ndiaga, Nava e De Silvestro; in arrivo dall’Atalanta l’ex Modena Salvatore Molina). Ma soprattutto ha cominciato a giocare la partita più importante per il futuro. Non soltanto il suo, più in generale quello dell’intero sport carpigiano. E in certa parte anche dell’economia della città. In tutti i modi il 2015 sarà l’anno dello stadio. La certezza è una sola: a prescindere dal risultato sportivo con cui si concluderà la stagione in corso, i biancorossi cambieranno casa.
Così il direttore sportivo Cristiano Giuntoli:
“I discorsi che stiamo facendo con l’Amministrazione riguardano sostanzialmente l’adeguamento dello Stadio Cabassi per la Serie B. Sinora siamo stati in deroga ma, da quest’anno, la struttura dev’essere adeguata poiché le deroghe terminano”.
In realtà, il Carpi si sta muovendo in diverse direzioni, perché all’orizzonte ci sono due scenari, facilmente identificabili con le prime due lettere dell’alfabeto: quello A afferisce alla promozione nella massima Serie; quello B alla permanenza in cadetteria. In entrambi i casi, comunque, serve una sistemazione diversa dall’attuale. Perché il Cabassi, allo stato dell’arte, è fuori da qualsiasi requisito. Ed è pure immeritevole di qualsivoglia deroga ulteriore.
Nello scenario B, la capienza di 4.144 posti diventa insufficiente. Ne occorrono almeno altri 3.000, da implementare nel giro di due anni. Preferibilmente in un unico intervento, per dimezzare quantomeno i costi di cantierizzazione. C’è già un progetto, su cui sostanzialmente Comune e via Marx concordano. Verte sull’allargamento dei Distinti, sull’edificazione di una tribuna in tubolari (circa 2.500 posti a sedere) nello spazio prospiciente alla curva Ovest, e sulla contestuale creazione di gruppi di varchi (ingresso/uscita) previa abbattimento di porzioni del velodromo (su cui è da poco caduto il vincolo della Soprintendenza per i Beni Storici). Costo stimato: 2 milioni di euro. A cui va aggiunto il capitolato di altre opere minori per migliorie non più emendabili (tra cui: la sistemazione degli spogliatoi, dell’area stampa e del tunnel d’ingresso al campo). Prima di stabilire chi paga, bisogna chiedersi se davvero conviene…
Prosegue Giuntoli: “Parlare della costruzione di un nuovo stadio, al momento, mi pare prematuro anche se, credo che tale necessità esista a Carpi a prescindere dalla categoria poiché il Cabassi è obsoleto e, di conseguenza, necessita di continui ammodernamenti. L’opzione è in esame ma, lo ribadisco, a prescindere dalla categoria”.
Lo scenario A implica una capienza minima di 10/12.000 posti. Si può spingere il vecchio Cabassi fino a quella misura? Dal punto di vista architettonico sì, e anche questa tipologia di intervento è già stata messa su carta da uno studio di professionisti commissionato dalla società: abbattimento totale del velodromo, allargamento su più livelli dei Distinti, edificazione di due maxi-tribune (circa 5.000 posti a sedere cadauna) in luogo delle due curve Est e Ovest, costruzione della zona mista (spogliatoi+area stampa+tunnel di ingresso al campo) nella pancia di una delle due maxi-tribune. Costo stimato: 5 milioni di euro. Chi se li accolla? Probabilmente è una domanda a cui non verrà mai data risposta. Perché c’è un problema ancor più insormontabile di quello economico. E non è all’interno del recinto, bensì al di fuori. Il contorno del Cabassi è troppo antropizzato per sopportare una portata di traffico fino a 5-6 volte superiore a quella che, fino ad oggi, si è registrata mediamente prima e dopo una gara del Carpi. Informalmente, il cosiddetto GOS (Gruppo Operativo Sicurezza: cioè sostanzialmente gli incaricati di Questura, Vigili del Fuoco e Polizia Municipale alla gestione di eventi sportivi con folla) ha già dato parere ostativo per via della mancanza di posti-auto e soprattutto di spazi perimetrali adeguati a sopportare regolare afflusso e deflusso degli spettatori e a garantire opportune vie di fuga.
Ecco perché il Carpi sta accelerando per trovare un nuovo domicilio. L’esilio forzato è più di un’ipotesi. E’ praticamente una necessità, perlomeno temporanea. Sì, ma dove? Anche questo è un rebus. Il Mapei Stadium di Reggio Emilia è escluso perché ha già due inquilini (Sassuolo e Reggiana). Nell’ordine, Modena, Bologna, Parma e Cesena sono gli approdi più vicini e, in proporzionale misura, convenienti. Ma tutti, oltre a piacere poco, costano tantissimo. Il Dall’Ara (38.000 posti), il Tardini (28.000) e il Manuzzi (24.000) sono sproporzionati rispetto alla richiesta. Il Braglia è l’opzione più logica, ma forse è anche la meno semplice. Un po’ perché è osteggiata dal cuore del tifo biancorosso, ma soprattutto perché è a sua volta fuori deroga per la Serie A: occorre oltre un milione di euro per sistemarvi alcune barriere architettoniche e il terreno di gioco.
Costruire uno stadio di proprietà, dunque, è l’unica via per salvaguardare l’eccellenza sportiva e l’identità calcistica. E’ la strategia per evitare di dissanguarsi a lungo termine, e per aprire una finestra sulle nuove opportunità commerciali che si prospettano. Ed è la strada che il Carpi sta battendo, sottotraccia e con convinzione, ben sapendo che sarà un’Odissea lunga e difficilissima. C’è già un interlocutore tecnico, ed è un architetto state-of-the-art: si chiama Gino Zavanella, e tra le altre cose, ha messo la firma sullo Juventus Stadium. Ha avuto carta bianca da Giuntoli per progettare un centro sportivo d’avanguardia (sorgerà in zona industriale, lungo via S.Giacomo, su un terreno di proprietà Gaudì) e per disegnare un impianto polifunzionale da 15.000 posti coperti, che sia circondato da moduli e alloggi per l’allestimento di attività commerciali e il cui ingombro globale sia compatibile con il lotto adiacente al centro commerciale Borgogioioso.
E’ un sogno che ha già un nome: si chiama Carpi Stadium – Città della Moda. E ovviamente ha anche un prezzo: 20-25 milioni di euro. Perché diventi realtà bisogna trovare i finanziatori.
Enrico Gualtieri