Carpi durante la Guerra

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E’ stata presentata mercoledì 10 dicembre, nella cornice del teatro comunale, la nuova opera editoriale della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.  Il volume, dal titolo Carpi Fronte Interno 1915-1918, ricostruisce la vita di Carpi negli anni del primo conflitto mondiale, per mettere in luce come la città e il territorio abbiano reagito allo stato di guerra e alle sue pesanti restrizioni. Di fronte a un teatro gremito, il presidente della Fondazione, Giuseppe Schena, ha voluto ringraziare gli autori per aver saputo trovare particolari inediti di un periodo del quale si pensava di conoscere ormai tutto. Durante la presentazione la professoressa Anna Maria Ori, tra gli autori e curatrice del volume, ha raccontato i fatti salienti successi a Carpi negli anni bui del conflitto, mentre lo storico del Risorgimento italiano, Michele D’Andrea li ha contestualizzati a livello nazionale. Ed è stato lo stesso D’Andrea, noto per la sua originalità espositiva e la sua capacità di coinvolgere il pubblico, a elencare i numeri terribili della guerra: “su cento che partivano, 13 non tornavano; ai morti di guerra, si aggiunsero quelli dell’epidemia del colera portata dalle truppe. L’età media di morte in guerra era di 24 anni e la gioventù di allora fu completamente cancellata”. “E Carpi non si sottrasse a questo destino – gli ha fatto eco, la professoressa Ori – le medie carpigiane sono in linea con quelle nazionali”. Sono poi stati sottolineati gli aspetti più drammatici, tra i quali, l’aumento dei problemi psichici tra la popolazione, dal tremore incontrollato di quelli che vennero chiamati “scemi di guerra”, agli elettroshock praticati anche all’ospedale di Reggio Emilia alle madri e mogli che non ressero lo stress di sapere i propri cari trucidati al fronte. La serata ha dato voce anche a momenti lievi, tra i quali, la pratica del dileggio nelle stornellate di guerra: incoraggiate quelle a “Cecco Beppe” Francesco Giuseppe I d’Austria, punite, anche con la galera, quelle rivolte al generale Cadorna, interpretate dallo stesso D’Andrea con l’accompagnamento musicale di studentesse dell’Istituto Vecchi –  Tonelli; o l’ascolto, grazie a contributi sonori, delle campane della torre maggiore della Sagra, che davano l’allarme dei raid aerei e poi della fine del coprifuoco. I relatori hanno sottolineato come il volume dia conto, grazie agli studi di Fabio Montella, del fatto che Carpi fu un centro di mimetismo – la pratica di mascheramento di uomini, mezzi e postazioni – così importante  da richiamare in città pittori, xilografi e scenografi, anche di fama nazionale; del perché venne demolita porta Mantova con i suoi fregi cinquecenteschi; e della mole dettagliata di informazioni quotidiane,  grazie alla perizia documentale del commissario di guerra locale e degli scritti di don Luigi Tirelli. Il volume, scritto da Alfonso Garuti, Fabio Montella, Anna Maria Ori, che ne ha svolto anche la curatela, Francesco Paolella e Luciana Saetti, è ora in distribuzione preso la Saletta della Fondazione, in corso Cabassi,  fino al 30 gennaio, dal mercoledì al venerdì, con un’offerta di 7 euro, destinata a sostenere le scuole dell’Unione Terre d’Argine.
 

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