Terziario alla canna del gas

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Non sono rincuoranti gli ultimi dati dell’Osservatorio di Confesercenti Modena ma nessuno pensava potessero essere diversi. Messe in ginocchio dalla crisi e dal calo dei consumi, le imprese del terziario registrano un ulteriore calo dell’occupazione (-10%) nei primi nove mesi dell’anno. Si tratta di negozi di abbigliamento, alimentari, bar e ristoranti, tutte quelle attività che operano su piccole dimensioni e all’interno delle quali è rimasto il titolare. Se va bene, un collaboratore. Gli altri tutti a casa perché, nonostante gli sforzi compiuti in questi anni per mantenere i posti di lavoro, la ripresa non c’è stata e non ci sono, a breve, segnali di un’inversione di tendenza. L’inarrestabile caduta dell’occupazione tra le pmi del terziario è la conseguenza di una progressiva ma drastica contrazione dei bilanci di queste imprese dal 2008 ad oggi. Sono in negativo quasi tutti i settori ma, in particolare, continua il tracollo del commercio al dettaglio. Per quel che riguarda Carpi, Daniele Cavazza di Confersercenti ha fornito a Tempo i dati relativi ai ricavi delle imprese del terziario che operano sul territorio dell’Unione Terre d’Argine e quindi nei comuni di Carpi ( 75% del campione), Novi, Campogalliano e Soliera.
Quanto sono calati i ricavi?
“Nel 2012 rispetto al 2011 c’è stato un calo del 4,6% dei ricavi delle imprese operanti su piccole superfici. Nel 2013 c’è stato un ulteriore calo del 4,2% rispetto all’anno precedente e nel primo semestre del 2014 un ulteriore calo del 4,6%”.
La situazione in Provincia di Modena è simile a quella di Carpi?
“Quella che ha subito maggiormente è l’area nord di Mirandola dove tanti esercizi commerciali operano ancora all’interno di container in conseguenza del sisma. L’area del Frignano è stata colpita dalla crisi del turismo e dal progressivo spopolamento dei comuni di montagna. Il distretto ceramico ha già versato il suo contributo alla crisi con un crollo pauroso dei ricavi tra il 2008 e il 2010. Soffrono di più i piccoli comuni”.
Nessuno fa eccezione?
“Modena è capoluogo e fa meglio (il calo è dell’1,2%) potendo contare su un potere attrattivo che attutisce la crisi. L’eccezione è il territorio di Vignola e dell’Unione Terre dei Castelli dove il calo è minimo”.
C’è un motivo?
“Si tratta di un territorio lontano dai grandi centri commerciali”.
La grande distribuzione soffre come il negozio in conseguenza del calo dei consumi?
“In base ai dati Istat, nel settore alimentare la grande distribuzione  perde lo 0,7% mentre le imprese operanti su piccole superfici nello stesso settore alimentare perdono il 5,1%. Nel settore extra alimentare la grande distribuzione perde lo 0,4% mentre i negozi il 2,9%”.
Il drastico calo dell’occupazione registrato da Confesercenti Modena è l’effetto a scoppio ritardato della crisi che attanaglia le piccole e medie imprese del terziario: coi ricavi falcidiati dalla crisi, hanno retto “finché hanno  potuto e l’occupazione finora ha tenuto ma non ce la fanno più” conclude Cavazza.
Sara Gelli