La Correggese conosce la brutalità del calcio proprio nel suo “Giorno dei Giorni”, tanto per usare il titolo del suo cittadino più celebre. Condurre l’intera stagione, dal primo fischio d’inizio fino all’ultimo minuto di recupero dell’ultima giornata, e poi vedersela sfilare via: il sogno della Storia si trasforma nell’incubo più drammatico di sempre.
Tecnicamente il big-match del Borelli è stata una tragedia sportiva recitata in un grande teatro di periferia: quasi 2.000 spettatori nell’impianto, più diverse centinaia di tifosi ospiti raggruppati fuori nel parcheggio senza biglietto.
Ha vinto di rimonta la Lucchese, lasciando molto veleno nella coda di questo campionato irripetibile. Ha giocato una partita molto sudamericana, facendo leva sulle giocate improvvise e soprattutto sui nervi, cospargendo il campo di intimidazioni. Ha certamente avuto qualche individualità superiore, capace di riportarla a galla quando l’organizzazione di mister Bagatti stava prendendo il sopravvento. Per lunghi tratti è stata sotto nel punteggio e nel ritmo. Indubbiamente, il merito principale è stato la perseveranza. La Correggese invece è stata straordinaria per tenuta emotiva, molto meno per killer instinct. Non è mai caduta nelle trappole, ma ha avuto il torto di non chiudere i conti nel momento decisivo. E poi di farsi beccare scoperta sull’ultimo contropiede. In ogni caso, l’arbitro ha inciso parecchio. Tutte le decisioni importanti sono andate dalla stessa parte. Hanno perciò assoluta cittadinanza le proteste del dg Marcello Rossi (“Ci è stata portata via la storia che avevamo scritto”), dell’allenatore (“Non ci vogliono in C”), dei giocatori (Luppi: “Abbiamo lottato contro tutti”) e del pubblico. Così pure quelle del patron Claudio Lazzaretti, a cui resta un’amarezza difficilissima da digerire (“Ma io non mollo. Quando lascerò, lascerò da vincente, non così”). Resta anche la conta dei cocci, perché oltre alla beffa sono arrivati pure i danni. Economici: recinzioni e protezioni dello stadio divelte dalla tifoseria toscana, più 3.000 euro di multa per il lancio di una bottiglia contro l’arbitro; tecnici: disputa a porte chiuse delle prossime due gare, un turno di squalifica per Selvatico e Chiurato, due per Bagatti; psicologici: un morale e un ambiente tutti da ricostruire in vista dei playoff, ultima flebile speranza di raggiungere la Lega Pro.
Enrico Gualtieri