Vent’anni in Evl

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L’ingresso in azienda risale al 1994, “avevo 24 anni e tanta voglia di lavorare ma nessuna esperienza. Non sapevo fare nulla”. A rassicurarla in quel colloquio di lavoro era stato il titolare, l’imprenditore Candido Lovat, “al quale devo tanto: ha creato le condizioni perché io potessi crescere professionalmente”.
Oggi alla guida dell’azienda ci sono la moglie Clarissa e i tre figli Luana, Vania ed Ermes, rispettivamente di 43, 40 e 37 anni ma il passaggio generazionale non ha modificato l’assetto della Torneria automatica Evl di via Watt, azienda del settore metalmeccanico fondata nel 1985 e da allora sempre particolarmente attenta alla valorizzazione delle risorse umane. “Grazie all’esperienza maturata negli anni, oggi – spiega Roberta Reggiani – ricopro un ruolo di responsabilità nel controllo qualità e cerco di dare il massimo ogni giorno perché sono motivata a farlo: il successo aziendale dipende anche dal contributo dei dipendenti”.
In questi anni di crisi economica globale, la Torneria Evl non ha perso solidità ed è riuscita ad attraversare il difficile periodo senza venir meno ai capisaldi che hanno caratterizzato da sempre l’attività di questa azienda di subfornitura metalmeccanica: qualità del prodotto e servizio. Investendo sull’aggiornamento tecnologico, la Torneria Evl ha giocato la sua partita, “potendo contare su un gruppo di dipendenti storici e fortemente specializzati”.
“In questi anni – racconta Roberta – ci sono state occasioni in cui mi sono trovata in difficoltà ma la famiglia Lovat non mi ha mai fatto mancare il sostegno e si è sempre mostrata disponibile. In virtù di questo rapporto, sul lavoro ho sempre cercato di dare il massimo”. Per festeggiare i vent’anni di lavoro in Evl, Roberta ha chiesto la possibilità di allestire un rinfresco nella pausa tra un turno e l’altro e la risposta dei Lovat è stata: “ci pensiamo noi”. “Mi sono commossa quando ho visto quello che avevano preparato per me e non posso che ringraziarli di cuore”. In un contesto così difficile a causa di una drastica riduzione dei posti di lavoro e di tassi record di disoccupazione, c’è ancora chi testimonia la possibilità di concepire il lavoro come forma di realizzazione della persona.