“L’alternativa è tra un’altra Europa o nessuna”

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L’Europa del Sud è distrutta da una dura e inumana politica neoliberale, che ha fatto esplodere la disoccupazione a livelli record, ha impoverito gran parte della popolazione, ha distrutto i diritti politici, sociali, economici e del lavoro che fino a ieri avevamo considerato inviolabili. I governi e le istituzioni europee hanno applicato le politiche più antidemocratiche e antisociali dal dopoguerra, collaborando con avidi banchieri e speculatori dei mercati”. Non le manda certo a dire il greco Alexis Tsipras, candidato alla presidenza della Commissione europea nelle elezioni del prossimo maggio.
Il leader del partito Syriza è diventato il simbolo delle critiche più dure alle politiche di austerità dell’Unione Europea (“una minaccia per i popoli d’Europa”) del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, mostrandosi però profondamente diverso rispetto ad Alba Dorata e ai movimenti anti-europei destroidi che stanno acquistando, complici la crisi e la conseguente disgregazione sociale, sempre maggiore consenso (“un pericolo per la democrazia”).
La ricetta di Tsipras è chiara: stop alle politiche di austerità che attanagliano tanto la Grecia quanto l’Italia, dove hanno causato disoccupazione, tagli e malessere sociale e dare il la a un programma di ricostruzione economica, finanziato direttamente dall’Europa tramite  prestiti a basso tasso d’interesse, centrato sulla creazione di posti di lavoro, sullo sviluppo di tecnologia e infrastrutture, che aiuterebbe le economie a uscire dalla spirale recessione-aumento del debito.
Anche a Carpi è una nata una lista in suo sostegno, come ci spiega il portavoce Gabriele Guaitoli, studente di Economia, coordinatore dell’Unione degli Universitari di Unimore e membro di Sinistra Ecologia e Libertà: “attualmente il Comitato L’Altra Europa con Tsipras Carpi conta una ventina di aderenti. Il gruppo, eterogeneo e trasversale, è  ancora in fase di costruzione. Chi volesse conoscerci meglio potrà incontrarci ogni sabato, sul rialzato di Piazza Martiri, dove raccoglieremo firme e adesioni alla lista”.
Tsipras propone una terza via tra chi inneggia all’uscita dall’euro e chi vuole mantenere l’UE così com’è: “noi abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa perché l’Europa sta correndo un serio pericolo. Una moneta unica applicata a Stati che non collaborano tra loro comporta solo problemi: a partire dall’impoverimento di alcuni Paesi membri e la richiesta conseguente dell’Europa – che non è davvero unita – di applicare politiche economiche di austerità. Tsipras, e noi con lui, diciamo no all’austerity e no a questo tipo di Europa”. Il New Deal è l’inverso dell’Austerity: “si aumentano gli investimenti pubblici per rilanciare l’economia. Si stima che un investimento di 40 miliardi in Italia aumenterebbe il Pil di 60-70 miliardi (+4%), mentre la disoccupazione calerebbe di 3-5 punti. Questo significa 30 miliardi di maggiori entrate e minori spese per l’assistenza, in quanto molti troveranno un lavoro: l’investimento si ripaga da solo. Inoltre, investire nella sicurezza del territorio e nella riduzione dell’inquinamento permette di risparmiare altri miliardi di danni ambientali: spendere bene ripaga”, prosegue Guaitoli.  Quello dell’euro è un falso problema: “il problema della moneta unica deriva dall’assenza di una politica economica unitaria. L’austerity ha alimentato i movimenti populisti e di estrema Destra, mettendo a rischio la democrazia. Se vincessero questi movimenti porterebbero alla fine dell’Unione Europea o comunque uscirebbero dall’euro. Le soluzioni quindi sono solamente due: uscire dall’euro o unire l’Europa. Pur esprimendo dissenso e voglia di cambiamento, siamo noi i veri europeisti. L’alternativa è tra un’altra Europa o nessuna”.
Jessica Bianchi
 

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