Anziani con alle spalle una vita di sacrifici, artigiani in pensione, figli che hanno ereditato la casa dai genitori: non ci dormono la notte. Sono piccoli proprietari e vivono l’attuale contesto di “sofferenza immobiliare” con grande preoccupazione. E’ il loro punto di vista che abbiamo scelto come osservatorio privilegiato sui contorni assunti dal problema casa in città. “Ci consegnano in gestione gli appartamenti che possiedono, uno o due al massimo, per avere assistenza tecnico-amministrativa, fiscale e nelle problematiche condominiali” afferma Nadia Guerra, responsabile territoriale dell’Asppi, Associazione Piccoli Proprietari Immobiliari di Carpi.
Alle prese ogni giorno con piccoli e grandi problemi, Nadia raccoglie nel suo ufficio le testimonianze degli associati (650 individuali a cui si aggiungono 138 familiari, 100 condomini amministrati, 1.040 contratti gestiti in un anno): “si tratta di persone che, con l’entrata dell’affitto, pensavano di integrare la pensione per garantirsi una vecchiaia serena o di pagare il mutuo della nuova casa ma ora si trovano con un sacco di problemi e faticano a far quadrare i conti”.
Nadia Guerra racconta della disperazione dei proprietari, i cui inquilini non pagano più l’affitto: “passano i mesi, anche 6 o 7, senza che il proprietario riesca a riscuotere il canone di locazione. Non sempre nella morosità c’è malafede: sempre più spesso le famiglie non riescono a racimolare i soldi per pagare l’affitto e così le difficoltà economiche degli inquilini rischiano di ricadere sui proprietari dell’immobile”.
Succede che un proprietario immobiliare, se alle mancate entrate, deve sommare pure le tasse e le spese, finisce in sofferenza. “I proprietari che riscuotono regolarmente l’affitto si tengono molto cari i loro inquilini a cui prorogano i contratti senza applicare nemmeno gli aggiornamenti Istat”. In caso di morosità che succede? “In molti casi sono i proprietari stessi ad andare incontro agli affittuari con la riduzione del canone; per recuperare gli affitti perduti dilazionano il debito sulle mensilità successive; a volte rinunciano pure a recuperare le mancate entrate se serve per riottenere almeno la disponibilità dell’immobile”. Poi restano le vie legali e gli sfratti, ma i proprietari sanno che quei soldi, a volte l’affitto di un anno intero, non li rivedranno più perchè è inutile disporre il pignoramento dello stipendio a chi ha perso il lavoro.
“Il quadro è comunque di un disagio notevole” afferma Nadia. L’alternativa di tenere l’appartamento sfitto è penalizzata a livello fiscale perché l’aliquota Imu sale al 10,6 per mille (se invece l’appartamento è affittato l’aliquota Imu è 9 per mille). “Si fa fatica ad avere l’idea precisa del numero degli sfitti a Carpi: nel 2009 avevamo calcolato fossero circa 3mila, ma il loro numero è calato in modo consistente dopo il terremoto. Nell’emergenza tanti proprietari hanno messo a disposizione l’immobile con contratti di comodato”.
A una situazione già particolarmente difficile “si somma l’incertezza normativa – spiega la presidente Asppi, Emma Francia – che fa impazzire i nostri uffici e semina il panico tra i proprietari di casa. Per la scadenza della Mini Imu siamo stati tempestati di telefonate anche da parte di coloro che non dovevano pagarla. Dal 1° gennaio 2014 è stata disposta la tracciabilità dei pagamenti anche per gli affitti, ma non tutti gli inquilini sono in grado di adempiere alle nuove disposizioni col rischio che siano i proprietari a finire fuori legge”. E’ chiaro perché i piccoli proprietari immobiliari non dormano sonni tranquilli.
Sara Gelli