La meglio gioventù nel fango del Secchia

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Come nel 1966 a Firenze, ci sono i giovani a spalare il fango a Bomporto e Bastiglia. Con grande spirito di solidarietà, ancora una volta “angeli nel fango”, si dedicano a recuperare i ricordi, le foto, le cose così gravemente danneggiati dall’alluvione del 19 gennaio scorso. Mentre l’acqua lentamente si ritira, si organizzano gli aiuti: nasce su Facebook Co.V.Al.E, il gruppo di coordinamento dei volontari al quale aderiscono oggi più di duemila persone. “Eccomi, sono pronto” è la risposta di chi abita vicino, mentre chi è più distante si rende disponibile per la raccolta di cose necessarie agli alluvionati.
Cessata la fase di allarme, i volontari hanno potuto raggiungere i comuni alluvionati e offrire il loro aiuto. “C’è chi ci accoglie a braccia aperte – racconta Francesca Gualandra – e chi invece preferisce restare in solitudine chiuso nel suo dolore e non permette a nessuno di rovistare nelle sue cose più intime completamente infangate. E’ durissima per tutti, ma c’è tanta solidarietà”. Volete una mano? Avete bisogno? E la risposta è di quelle che ti toccano il cuore: No, andate più avanti, là hanno più bisogno.
Giovane mamma di due bambini, Francesca si è resa disponibile ogni mattina per andare ad aiutare: rientra completamente infangata, si butta sotto la doccia e poi corre a ritirare i figli a scuola. A sentir lei contribuire è semplice. “Ci si ritrova a Bastiglia in centro alle 9 presso la roulotte all’interno della quale c’è la signora Lara che raccoglie le richieste dei cittadini che hanno bisogno di una mano per svuotare i garage o pulire le cose dal fango. La signora Lara forma le squadre in base al lavoro che c’è da fare”.  E, a pulire, durante la settimana sono più le donne degli uomini, “nella squadra dei volontari di oggi – osserva Francesca – eravamo sette donne e un solo uomo”. Poi, nel fine settimana, la forza lavoro maschile aumenta.
Francesca ha aiutato una signora a ripulire il garage mentre una ragazza di Bastiglia si è offerta di accompagnare la figlia tredicenne a scuola a Modena perché “l’acqua ha divelto il portone del garage che rimane aperto. Da lì si sale facilmente in casa e quindi la signora non può lasciare mai incustodita la sua abitazione”. E’ stato il primo intervento di Francesca che, al pomeriggio, si è trasferita in auto insieme a Laura a Bomporto. “Ci siamo conosciute meglio durante il viaggio in macchina. Anche Laura è una giovane volontaria come me e, in queste occasioni, si creano legami forti, come se fossimo amici da sempre”.
Il segno dell’alluvione a Bomporto supera l’altezza di Francesca che racconta di un negozio di casalinghi in Piazza Roma completamente allagato. “Hanno dovuto lavare tutto. Ad aiutarli ogni giorno da Crevalcore arrivava un ragazzo straniero in bicicletta. Non diceva una parola: lavava tutto il tempo e poi se ne andava con la sua bici”. Il secondo giorno a Bastiglia, Francesca – insieme a Mary, Emanuela, Sara, Mauro, Davide, Matteo, Letizia, Fabrizia, Ana, Marianna e tanti altri  – si è occupata della pulizia di garage sotterranei “da dove si porta fuori il fango a secchiate. In quegli scatoloni ci sono ricordi e cose care, fotografie, gli addobbi del Natale appena riposti, le auto: è tutto infangato. I residenti ci hanno portato caffè e biscotti ma sono disperati: è una settimana che spalano”. Sono le immagini  che, più delle parole, restituiscono la dimensione di ciò che è successo e Francesca, che ha una grande passione per la fotografia, mostra alcuni scatti. Adesso però c’è da pedalare senza sosta e, fisicamente, è dura: “in futuro avrò modo di rielaborare ciò che ho vissuto nel profondo perché finché corri non ci pensi, ma poi ti torna tutto su”.
Sara Gelli