I ladri saccheggiano la Scuola Media Sassi: di chi è la responsabilità?

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Può esistere qualcosa di peggio del terremoto, che in un attimo distrugge il lavoro di anni, lasciandoti desolato, avvilito, con un indescrivibile senso di rabbia, abbattimento e impotenza? Cosa mai potrebbe riuscire a superare un evento naturale di tale portata, così imprevedibile e catastrofico? Ebbene, mai avremmo potuto immaginarlo ma, purtroppo, abbiamo tristemente scoperto che questo qualcosa esiste: sono gli sciacalli, coloro che approfittano della situazione di temporanea inagibilità di una scuola per depredarla di tutto ciò che questa ancora contiene di utile e funzionante e, non contenti, devastarla con atti di puro vandalismo fine a se stesso.  Sì, questo è successo alla vecchia Scuola Media Sassi di Soliera nelle settimane scorse ed è, per noi insegnanti, alunni e genitori, uno sfregio tanto più doloroso in quanto non viene dalla cieca furia della natura, ma dalla consapevole mano dell’uomo. Qui si vede quanto la melensa retorica post-sismica del “siamo diventati tutti più buoni, perché abbiamo imparato ad aiutarci, a essere solidali” si scontri con la dura realtà, quella del degrado sociale, culturale e morale, che colpisce purtroppo anche Soliera: i ladri non si sono fatti  scrupoli a rubare ai ragazzi della scuola media tutto ciò a cui tenevano di più, dagli strumenti musicali ai computer, fino al prezioso e modernissimo laboratorio di lingue, che era stato recentemente realizzato grazie a un finanziamento di 26.000 euro suddivisi tra Fondazione Cassa di Risparmio, Comune e Istituto Comprensivo. Però, si sa, i ladri fanno il loro mestiere. E come potevano rinunciare a un’occasione offerta loro  su un piatto d’argento? Sì, perché l’edificio scolastico, nell’attesa della ristrutturazione, è stato lasciato da un anno e mezzo a questa parte in uno stato di tale abbandono che era come se qualcuno avesse scritto sui muri a caratteri cubitali: “Accomodatevi, prendete ciò che volete”.  Subito dopo il terremoto gli insegnanti hanno cercato, mettendo a rischio la propria incolumità, di recuperare i materiali più necessari, mettendo per quello che era possibile in sicurezza ciò non si poteva portare via. Successivamente, con la costruzione della nuova sede temporanea in via Caduti di Nassiryia, si sono trasferite alcune attrezzature, ma altre sono state lasciate nella scuola vecchia  per mancanza di spazio (quella nuova non ha né laboratori, né magazzini) o perché era impossibile trasportarle (ad esempio l’impianto di proiezione dell’auditorium o il laboratorio di lingue). Si pensava che lì comunque fossero al sicuro, visto che c’era un impianto antifurto, in attesa di trasferirle magari in qualche luogo messo a disposizione dal Comune quando fossero iniziati i lavori di ristrutturazione. Ma, mentre le scuole di altri comuni sono state ristrutturate e restituite ai loro utenti da mesi, inspiegabilmente la scuola Sassi è rimasta sempre più desolata e abbandonata, in balia non solo del naturale degrado che con sorprendente rapidità aggredisce gli edifici vuoti, ma anche delle scorribande di gruppi di giovani teppisti. Questi hanno prima letteralmente distrutto il campetto da basket esterno, poi hanno tentato più volte di introdursi nell’edificio, fino a quando, favoriti dalla più assoluta mancanza di sorveglianza o di sistemi di controllo,  hanno tagliato i fili del sistema antifurto e sono entrati. Nessuno per settimane si  è accorto che l’allarme era stato messo fuori uso. Come è potuto accadere? Non dovrebbe esserci un sistema di segnalazione? Chi ha ricevuto la segnalazione? Perché non è stato fatto nulla? E, ancor più grave, è che i ladri si siano introdotti indisturbati per sere e sere all’interno della scuola senza che nessuno prendesse provvedimenti, anche dopo che le intrusioni erano state denunciate dalla scuola sia al Comune sia ai Carabinieri! Così, prima che qualcuno andasse a chiudere le finestre, i ladruncoli (non c’era certo bisogno di essere  Arsenio Lupin!) hanno potuto tranquillamente portare a termine la spoliazione delle già esigue attrezzature della scuola.  Ora, noi eravamo convinti che l’edificio e tutto ciò che conteneva fosse sotto la tutela dell’Amministrazione Comunale che, tanto più in tempi di vacche magre, avrebbe dovuto vigilare con lo spirito del buon padre di famiglia su tale patrimonio, che per la comunità solierese non aveva solo un valore economico, ma anche simbolico e affettivo. Invece i nostri amministratori erano forse distratti o troppo impegnati a farsi il profilo su Facebook per custodire con cura ciò che era stato loro affidato o anche solo correre prontamente ai ripari una volta avvertiti…solo dopo ripetute sollecitazioni hanno provveduto a chiudere le finestre, quando ormai non c’era più nulla da salvare. Ma non si sono nemmeno preoccupati di verificare l’entità dei danni, dal momento che per una settimana nessuno ha provveduto a chiamare un fabbro per aprire la porta del laboratorio di lingue, che i ladri avevano beffardamente chiuso a chiave, per verificare se ci fosse ancora qualcosa dentro.  Alla fine la chiave è stata ritrovata e la porta è stata aperta, ma lo spettacolo era desolante… Come è possibile tanta colpevole negligenza, tanta sciatteria, tanta superficialità, proprio mentre da una parte si fanno proclami sull’importanza della scuola e della cultura e, dall’altra, si lamenta la mancanza di risorse economiche?
E adesso, chi ripagherà quanto è andato perduto? Di chi è la responsabilità di  tutto questo? Una risposta, una volta tanto chiara e onesta, andrebbe data a quei genitori che si danno tanto da fare per raccogliere fondi da destinare alla scuola della propria comunità, a quei docenti che ogni giorno cercano di insegnare ai loro alunni il senso del bene comune, il rispetto e la cura dei materiali e degli ambienti scolastici e a quegli scolari che attendono fiduciosi di tornare nella loro vecchia scuola per ritrovare i laboratori e tutto ciò che contenevano, in poche parole ciò che rendeva l’apprendimento piacevole e divertente.

Gli insegnanti e i genitori della Scuola Media Sassi
 

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