Erano tanti. E c’erano tutti ad ascoltarlo. Politici di primo e secondo pelo. I compagni del Partito democratico. Tra loro anche chi, si sa, lo ha sempre, più o meno velatamente, snobbato. Il fenomeno Matteo Renzi divide: o lo acclami o lo guardi con sospetto. Non ci sono tiepide posizioni di mezzo. E mentre si decide da che parte stare, se sposare la filosofia renziana o rinnegarla, in molti si chiedono che direzione prenderà questo Pd incalzato da numerosi venti e sempre più spaccato al suo interno. Dalemiani, bersaniani, lettiani… poco importa. Questo “giovane” rampante – e i suoi guru, Giorgio Gori per la comunicazione e l’israeliano Yoram Gutgeld, senior partner e direttore di McKinsey, una delle più famose società di consulenza al mondo, per l’economia – ha le carte in regola per diventare il nuovo leader del Partito democratico? Gli si concederà fiducia aldilà di ogni ragionevole dubbio? Insomma abbiamo davanti il nuovo Berlusconi di “Sinistra” o l’ennesima meteora? Lo abbiamo chiesto ad amministratori, esponenti di partito a livello locale e provinciale e ai nostri concittadini in Parlamento.
di Jessica Bianchi