Quella del superamento del Campo Nomadi di via Nuova Ponente sembra una saga senza fine. Se ne parla da almeno trent’anni e, ogni anno, la Giunta presenta nel suo Bilancio la voce ‘trasferimento del campo di via Nuova Ponente’. Ma ogni anno, puntualmente, trascorre senza che si sia concluso nulla. E’ dal 2004, da quando cioè Enrico Campedelli è stato eletto sindaco di Carpi che la voce viene inserita nel Piano degli investimenti. E nel 2014, quando l’attuale primo cittadino terminerà il suo mandato, saranno dieci anni che si promette invano ai carpigiani questo trasferimento. Ma prima di Campedelli fecero altrettanto i suoi predecessori. Cominciò Claudio Bergianti trent’anni fa a ipotizzare lo spostamento di camper e roulotte in altre zone della città. Proseguì Demos Malavasi col tentativo di smembrare il campo in più unità abitative da sistemare in diverse aree periferiche cittadine. Tutto inutile e così il trasferimento o la trasformazione dell’attuale campo (ritenuto inospitale, antigienico e malsano dagli stessi occupanti) resta “l’opera incompiuta” delle giunte comunali carpigiane. Nessuno è infatti ancora riuscito risolvere il problema malgrado sindaci, associazioni di volontariato e cittadini ne auspichino da sempre il superamento. Non assistere più, non appena usciti dal casello autostradale, all’indecoroso spettacolo di degrado umano e sociale del campo di via Nuova Ponente gioverebbe all’immagine della nostra città agli occhi di coloro che la visitano ma, soprattutto, andare oltre quel luogo, consentirebbe ai sinti di vedere innalzata la propria qualità di vita. Non sarebbe allora meglio che la prossima Giunta, quella che verrà nominata la prossima primavera, prima di proporre pedissequamente l’intervento di superamento del campo tra quelli da “farsi entro l’anno”, tralasciasse l’argomento sino a quando non avrà in mano una soluzione vera e attuabile? Per non continuare a illudere i cittadini: nomadi e non.
Cesare Pradella