Il diritto allo studio è per tutti

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Esistono diseguaglianze sociali che incidono su quelle educative e il fenomeno della dispersione scolastica ben evidenzia le difficoltà di un sistema, fondato sul diritto universale, ma non sempre in grado di garantirlo. “La dispersione meccanica, cioè il fenomeno dell’abbandono scolastico, è solo la punta dell’icerberg di un fenomento più complesso. La dispersione – spiega Barbara Giullari – non riguarda solo chi esce fuori dalla scuola: in realtà ci sono altre forme di dispersione che riguardano il modo in cui si sta nella scuola”.
Insomma, “stare dentro alla scuola non è una garanzia sufficiente per uno studente: percorsi scolastici ”accidentati” possono comportare il rischio di dispersione (ad esempio occulta o dispersione differita. In pratica, una volta terminato il percorso scolastico, lo studente non si ritrova le competenze minime di base e non ha gli strumenti per utilizzare le proprie conoscenze”.
Carpigiana, ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia presso l’Università di Bologna, Barbara Giullari è consulente del Servizio Scuola e formazione della Provincia di Bologna. A lei è stata affidata l’analisi quantitativa e qualitativa dei dati dell’Osservatorio sulla scolarità della Provincia di Bologna, l’anagrafe di tutti gli studenti bolognesi operativa da ormai una decina di anni, uno strumento in grado di monitorare l’assolvimento del diritto scolastico e formativo, ideato per favorire letture condivise da parte di tutto il sistema scolastico e formativo dei problemi legati alla dispersione scolastica e sostenere la programmazione di politiche e interventi.
Scuola, formazione e diritti di cittadinanza: una relazione critica è il titolo del suo intervento al convegno Diritti di cittadinanza delle giovani generazioni tra scuola, formazione e lavoro che si è tenuto a Bologna il 10 maggio e al quale è intervenuta Nadia Urbinati, professoressa della Columbia University, esperta di pensiero democratico e liberale contemporaneo, che ha tenuto la lezione magistrale Giovani generazioni e lavoro: da fatica a condizione di dignità. Il convegno è stato promosso in occasione dell’Anno europeo dei Cittadini, stabilito dal Parlamento e dal Consiglio dell’Unione Europea per il 2013 con l’obiettivo “di rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei diritti e delle responsabilità connessi alla cittadinanza dell’Unione”.
“Mettere a fuoco le le condizioni che consentono di mantenere saldo il rapporto tra istruzione e cittadinanza era il mio obiettivo: nazionalità, genere (i percorsi maschili sono più deboli di quelli femminili), tipologia di scuola frequentata, condizione culturale e socio-economica sono ancora fattori determinanti”.
I dati, analizzati da Barbara Giullari, confermano le tendenze sottolineate dagli studi in materia e suggeriscono elementi di riflessione per la lotta alla dispersione. Ad esempio la necessità di agire sul passaggio dalla terza media al biennio di scuola superiore in cui quadruplicano i tassi di bocciatura (il 30% degli studenti degli istituti professionali non arriva alla promozione al termine della prima) e aumentano i rischi di dispersione. Anche nel territorio bolognese emerge una stretta connessione tra la condizione socio economica della famiglia e i percorsi scolastici che si evidenzia fin dalla scelta della scuola superiore (liceo, tecnico o professionale), talvolta anche a parità di competenze. A Bologna vi è una forte propensione verso i licei, scelti da quasi la metà della popolazione scolastica (“le famiglie scelgono un mondo più che una scuola”).
Per contrastare la dispersione scolastica e formativa “attenuare gli svantaggi di partenza è il primo passo perché la sola garanzia dell’accesso universale non è sufficiente: occorre capire a quali condizioni questo accesso universale si traduce nel concreto diritto all’istruzione, per fare sì che la scuola consenta di creare capacità di acquisire, mantenere, trasformare conoscenza, apprendere per tutto l’arco della vita, presupposto indispensabile per diventare cittadini consapevoli. Vi sono infatti modalità di fare scuola che possono accentuare o diminuire le differenze di partenza, pure nella consapevolezza che buona parte delle criticità sono legate alle condizioni socio-culturali, economiche ed ai contesti di vita. E’ allora l’intera comunità che deve intervenire per sostenere i percorsi scolastici e a Bologna ci si fa carico del contrasto alla dispersione scolastica e formativa anche attraverso l’azione di un Gruppo interistituzionale promosso dalla Provincia cui partecipano rappresentanti di Istituti Scolastici, Enti di formazione accreditati, Ufficio Scolastico Territoriale, Centri per l’Impiego, Servizi Sociali e Sanitari Territoriali….
“Occorre parlare di dispersione legando la dimensione collettiva e individuale dei problemi e socializzare le responsabilità rispetto ai diritti di cittadinanza. Sostenere percorsi di studio di buona qualità e senza interruzioni impatta poi in maniera positiva sui percorsi successivi, a partire da quelli occupazionali”.
Sara Gelli