“Rompiamo il muro dell’indifferenza”

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“Più coesione e meno paura. La fede, la carità e l’impegno costanti sono i principi che dovrebbero guidare la vita di ciascuno di noi”. E’ questo, in sintesi, lo spirito con cui Don Virginio Colmegna (che nel 2002 ha fondato la Casa della Carità a Milano, la quale ospita gratuitamente le persone in difficoltà aiutandole a reinserirsi nella società, e che è stata fortemente voluta dal cardinale Carlo Maria Martini) pensa alla società a cui tutti noi dovremmo aspirare. Questa società viene descritta nel suo libro Ora et Labora, edito nel 2012 da Chiare Lettere. In questo libro c’è tutta l’atmosfera della Casa della carità, fatta di fede, tempra e serenità. E’ un libro che racconta la Chiesa meno visibile, ma che forse molti vivono senza nemmeno accorgersene. Non è un elogio della Chiesa, tutt’altro: è una raccolta di vicende ed esperienze che non risparmia critiche, ma si muove da dentro la Chiesa, dal lavoro quotidiano che fa a sostegno di chi ha più bisogno di aiuto. Il lavoro della Caritas, i centri di accoglienza che, a causa della crisi, danno sostegno e ristoro anche a tanti italiani, non solo agli immigrati, e poi gli oratori che in molte città sono gli unici spazi dignitosi in cui portare i figli dopo la scuola, gli scout, le numerosissime persone che rispondono quotidianamente e a titolo gratuito alle tante emergenze sanitarie e alimentari. Oggi, con lo Stato sociale sbaragliato da una politica irresponsabile, la Chiesa c’è. E’ sul campo, agisce, spesso silenziosamente. Con questo libro viene allo scoperto, fa sentire la sua presenza.
“La fede religiosa che consegna le buone parole della carità – ha dichiarato Don Colmegna – mi irrita. Nella quindicenne che ha partorito, in quei tre bambini con le loro mamme sbattuti fuori dal dormitorio pubblico, nel bambino di un anno che la madre ha rincontrato dopo che col nostro aiuto ha riavuto dal Tribunale dei minorenni… in queste situazioni trovo un dono grande e indecifrabile. Una risposta profondamente cristiana, dove non contano le parole ma è imprescindibile l’esempio”. Dialogando con Pierluigi Senatore, caporedattore di Radio Bruno, Don Colmegna ha sottolineato come sia importante dare alle persone più bisognose non solo aiuti fini a se stessi, ma strumenti che permettano loro di andare avanti da soli, di trovare un lavoro e rendersi autonomi. “Loro – ha precisato Don Colmegna – non vogliono essere destinatari di sguardi di compassione, ma desiderano che sia restituita loro la dignità, e per questo si impegnano per cercare di reinserirsi nella società con grande impegno e dedizione. Occorre abbattere il muro dell’indifferenza che finge di commuoversi davanti a certe notizie, ma che poi non si interroga sui motivi, sulle cause e sui rimedi. I primi a dover muoversi in questa direzione sono gli uomini della politica che devono essere capaci di generare speranze per tutti, in particolare per i bambini che sono il futuro della storia. La crisi della politica richiede una conversione culturale, ha bisogno di orizzonti nuovi e di speranze che sappiano render conto della nuova domanda di fraternità, pace e giustizia che arriva più forte da quelli che possono definirsi i sotterranei della storia”.
Chiara Sorrentino