La scuola che vogliamo

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Il Coordinamento dei presidenti d’istituto delle Scuole Secondarie di II grado – unitamente al Coordinamento Buona Scuola di Carpi, un tavolo che negli ultimi anni ha coinvolto genitori, studenti e insegnanti – propone un momento di confronto con le parti politiche per discutere insieme relativamente al futuro del sistema scolastico del nostro Paese. L’iniziativa, rivolta prevalentemente al mondo della scuola, è stata fissata venerdì 8 febbraio, alle 20.45, presso la Sala Congressi di viale Peruzzi.
“Nella prima parte della serata – ha spiegato Mauro Arletti, presidente del Consiglio d’Istituto del Liceo M. Fanti – si terrà una tavola rotonda, durante la quale gli interlocutori politici che aderiranno all’iniziativa – al momento hanno manifestato il proprio interesse il Centrosinistra, Rivoluzione Civile (Idv e Prc) e l’Udc (coalizione Monti) – indicheranno le soluzioni che propongono su alcuni temi fondamentali quali la governance della scuola pubblica, i finanziamenti, il sistema nazionale di valutazione e l’autovalutazione dei singoli istituti scolastici. Seguirà un dibattito”. La serata nasce dall’esigenza, secondo gli organizzatori, di ridare centralità alla scuola, quale “luogo di formazione primario per garantire uguaglianza di opportunità e mobilità sociale, come risorsa e investimento sul futuro”. Drammatiche le conseguenze derivanti dai continui tagli apportati all’istruzione: “sono diminuiti gli organici e le risorse per il sostegno, per l’alfabetizzazione dei ragazzi migranti, per i progetti di recupero. Sono stati restituiti solo in piccola parte i crediti che le scuole vantano da anni nei confronti dello Stato: ci si affida sempre più ai contributi volontari dei genitori, una sorta di autotassazione aggiuntiva cui i genitori sottostanno pur di non vedere immiserire ulteriormente l’offerta formativa delle scuole frequentate dai loro ragazzi. Coi tagli all’orario poi,  l’intero percorso scolastico è stato accorciato di quasi due anni e come se non bastasse, in caso di assenza degli insegnanti, spesso non vengono neppure chiamati i supplenti e i ragazzi vengono smistati in altre aule. La scuola pubblica ha già sofferto troppo”. E’ tempo che la politica riconsegni alla scuola la dignità che merita, ridando ai più giovani il diritto ad ambire a un futuro più luminoso.
J.B.